IL NODO POST-QUOTA 100 PER IL GOVERNO
In un articolo sul Giornale si parla dei temi cruciali che il Governo dovrà affrontare nei prossimi mesi, tra cui le decisioni in tema di riforma pensioni. “Quota 100 scade a fine anno e non sarà rinnovata. Il presidente Inps, Pasquale Tridico, ha sottolineato che la proposta di «quota 41» della Lega (cioè pensioni di anzianità a 41 anni di contributi e non a 42 anni e 10 mesi) costa 9 miliardi. Troppi. Il numero uno Inps ha aperto a un allargamento dell’Ape social (63 anni di età e 20 di contributi) per chi raggiunge assegni di almeno 1,2 volte il minimo. Con una specifica: dai 63 anni fino ai 67 di pensionamento effettivo si paga solo la quota contributiva. Costa 400 milioni (2 miliardi a regime). Ma Lega e sindacati sono già sul piede di guerra”, scrive Gian Maria De Francesco. Non sarà quindi facile per l’esecutivo prendere una decisione. Tra l’altro Salvini ha annunciato che la Lega presenterà una sua proposta che Durigon sta mettendo a punto anche dopo un incontro avuto con i sindacati la scorsa settimana.
IL LEGAME PENSIONI-RDC
In un articolo pubblicato sull’Huffington Post a commento delle dichiarazioni di Matteo Renzi riguardanti l’eliminazione del Reddito di cittadinanza, Riccardo Maggiolo cita dieci ragioni per cui “avremo invece particolarmente bisogno di un reddito di cittadinanza”. La prima di esse, secondo il fondatore del progetto Job Club, è che “abbiamo una spesa pensionistica insostenibile. Il Paese invecchia rapidamente, le pensioni vengono pagate mese dopo mese grazie ai contributi di chi lavora e i giovani sono pochi e iniziano a far carriera molto tardi. Non manca molto perché questi fattori rendano il sistema pensionistico insostenibile: meno di 20 anni probabilmente. O rivedremo completamente il nostro sistema sociale, o avremo presto tanti anziani arrabbiati con pensioni minime e centinaia di migliaia se non milioni di giovani in rivolta, perché senza reddito e soffocati dai debiti”. In qualche modo, seppur diversamente, la strade di Rdc e riforma pensioni si incrociano ancora dopo il 2018.
I RENDIMENTI DEI FONDI PENSIONE
Come riporta blogsicilia.it, i sindacalisti del Siad-Csa-Cisal Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto possono dire “finalmente risolta la paradossale vicenda dei dipendenti regionali andati in pensione e richiamati in fretta e furia in ufficio: con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge 22 del 3 agosto, che abbiamo fortemente sollecitato, si evita quello che era ormai un pasticcio inutile e dannoso”. Intanto Giuseppe Rocco, dalle pagine del sito di Ipsoa, ricorda che la Covip “ha reso noti i rendimenti aggiornati al 31 dicembre 2020 dei fondi pensione negoziali, dei fondi pensione aperti e dei piani individuali pensionistici attuati mediante contratti di assicurazione sulla vita – PIP”. Risulta quindi che “i rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media positivi per i fondi negoziali, che hanno reso il 3,1%, per i fondi aperti (2,9%) e per le gestioni separate dei PIP di ramo I (1,4%); per le gestioni unit linked di ramo III il risultato è stato lievemente negativo e pari a -0,2%. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è stata dell’1,2%”.
RIFORMA PENSIONI, LA LEGA PREPARA LA SUA PROPOSTA
Partecipando a un evento insieme al candidato sindaco di Roma del centrodestra Enrico Michetti e alla candidata prosindaca Simonetta Matone, oltre che insieme a Claudio Durigon, Matteo Salvini ha spiegato, come riportato dall’Agenzia Vista, che il sottosegretario all’Economia ha incontrato nella sede della Lega i sindacati, “perché prevenire è meglio che curare. Siccome abbiamo letto che qualche genio si è presa come consulente a palazzo Chigi la signora Elsa Fornero, stiamo già lavorando alla nostra riforma delle pensioni e vi diamo la nostra parola che mai nella vita si torna alla legge Fornero, costi quello che costi, perché di danni ne ha già fatti a sufficienza”. Viene confermata quindi l’intenzione della Lega di presentare una propria proposta di riforma del sistema previdenziale.
LE PAROLE DI GASPARRI
Vedremo quale sarà il destino della previdenza dopo Quota 100. E presto potrebbe anche essere modificato il Reddito di cittadinanza. In questo senso Maurizio Gasparri, in una nota riportata da agenziastampaitalia.it, spiega che “un conto è soccorrere le fasce di popolazione prive di mezzi economici, altro è alimentare una sorta di parassitismo di massa. Il reddito di cittadinanza va rivisto da cima a fondo. Il centrodestra ad esempio varò una politica di adeguamento delle pensioni minime per andare incontro a fasce particolarmente deboli della popolazione”. Per il Senatore di Forza Italia, “il reddito di cittadinanza, così come è stato varato dai grillini, ha creato un voto di scambio di massa. In cambio di soldi si continua a votare, per fortuna con numeri sempre più bassi, un movimento che ha fatto dell’errore la sua stessa ragione di vita”.
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