Matteo Renzi a tutto tondo ai microfoni di Libero. Tra i protagonisti dell’attuale fase politica, il leader di Italia Viva ha intrapreso la battaglia contro il reddito di cittadinanza e ha confermato di voler chiedere un referendum per abrogare la misura bandiera del Movimento 5 Stelle: «Ci daranno ragione in tanti, vedrà. Del resto i grillini si misurano in queste ore la loro miopia: ci hanno fatto rinunciare alle Olimpiadi di Roma […] I populisti fanno danni che durano a lungo: noi siamo quelli che aggiustano i loro pasticci. E il referendum sul reddito va in quella direzione».
Matteo Renzi s’è poi soffermato sulla riforma della giustizia, evidenziando che il testo Cartabia è un importante passo in avanti. Dopo una frecciatina all’ex Guardasigilli Bonafede – «aveva una brillante carriera come deejay, perché interromperla per fare l’uomo di legge?» – l’ex premier ha ribadito l’appoggio ai referendum promossi da Lega e Radicali. Altro tema scottante è il ddl Zan, secondo il senatore di Rignano il Pd la sta tirando per le lunghe per farci sopra un pezzo di campagna elettorale per le amministrative: «Come finirà? La approveranno, ad ottobre, con noi e il centrodestra. E cambierà sui punti più divisivi: identità di genere, libertà d’opinione e scuola».
MATTEO RENZI APRE ALL’IPOTESI CASINI-COLLE
Nel corso della lunga intervista, Matteo Renzi ha promosso la riapertura della scuola in sicurezza, rimarcando di non capire le resistenze di molti sul green pass. Per l’ex primo ministro chi è vaccinato deve avere una corsia preferenziale: «In ogni caso la Dad è una disgrazia: giusta la decisione di Draghi di obbligare col certificato verde professori e personale non docente al vaccino». Il semestre bianco è iniziato e iniziano a circolare le prime voci sul Quirinale: Matteo Renzi ha invocato un profilo solido, saggio, europeista e filo atlantico. Quello di Pier Ferdinando Casini è un profilo da non scartare: «Nella corsa al Colle gli ex presidenti di Camera o Senato sono tutti candidati naturali. Anche Casini, certo, ha le caratteristiche che lo rendono adatto al ruolo. Ma non è l’unico, anzi. Ci sono molti candidati e candidate e come sempre in questi casi evitiamo di disturbare chi al Quirinale oggi lavora con impegno e con profitto».