San Fausto si celebra come ogni anno il 19 novembre. Questi viene considerato il patrono di Castellina in Chianti, piccolo comune in provincia di Siena, che lo festeggia con diversi eventi: dalla processione religiosa alla fiera, con tipicità enogastronomiche, fino all’organizzazione del palio locale e i fuochi d’artificio. Altri santi ricordati il 19 novembre sono Santa Matilde di Hackeborn, Sant’Abdia, Profeta e San Barlaam di Antiochia. La sua memoria è stata fissata il 19 novembre anche se ritroviamo il suo nome il 3 ottobre con Caio, Pietro e Paolo e il 4 ottobre con Caio, Eusebio, Lucio e Cheremone, trattandosi sempre dei diaconi di Alessandria d’Egitto perseguitati da Valeriano.
San Fausto, la vita
San Fausto di Alessandria fu un diacono della Chiesa primitiva e un martire. Non ci sono moltissime notizie storiche certe sulla sua figura, tuttavia si sa che nacque intorno alla fine del III secolo ad Alessandria d’Egitto e morì martire all’inizio del IV secolo nella stessa città. Vissuto ai tempi dell’imperatore Valeriano, subì la persecuzione dei cristiani che questi riprese nel 257 con un primo editto che sanciva l’esilio a coloro rifiutavano il sacrificio agli dei, seguito da un secondo editto l’anno successivo, con il quale si prevedeva anche la pena di morte. Il diacono Fausto fu costretto all’esilio in una regione desertica della Libia insieme al vescovo Dionigi e ad altri diaconi. Tornato poi in Egitto, continuò a spostarsi di luogo in luogo senza mai trovare un rifugio sicuro. Lo storico Eusebio, che scrisse la Storia Ecclesiastica, ne parla nel Libro Settimo elogiandone la fede e accennando al suo martirio, che avvenne durante la persecuzione di Diocleziano.
Quella dell’imperatore Diocleziano fu l’ultima delle persecuzioni dei cristiani ma fu anche la più grave, ed è conosciuta come la grande persecuzione. A partire dal 303 furono imposte ai cristiani le pratiche religiose pagane, inoltre gli furono anche revocati i diritti legali. Tutto l’impero ne rimase coinvolto, anche se la violenza e la gravità furono diverse nelle varie zone: maggiore nella parte orientale dell’impero, minori nelle zone settentrionali. Moltissimi cristiani morirono tra pene atroci ma solamente l’imperatore Costantino pose fine alle persecuzioni con l’editto di Milano del 313. Questi furono anni che videro un numero enorme di martiri, testimoni della fede, tra ecclesiastici, diaconi e cittadini. Il diacono Fausto morì per decapitazione in questi primi anni del quarto secolo, ma non si conosce la data precisa.