Nomadi, da Beppe Carletti e Augusto Daolio la nascita della band
I Nomadi sono una delle band italiane più famose e conosciute in Italia. Una popolarità che non è mai cambiata, anzi la band continua ad essere una delle più seguite ed amate di sempre. Tutto inizia nei primi anni ’60 quando, tra Modena e Reggio Emilia, Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di creare una loro band. Nel 1963 è l’anno del debutto dei Nomadi che due anni dopo debuttano nel mondo della discografia con il 45 giri “Donna la prima donna”. L’anno dopo la band stringe una importante collaborazione con Francesco Guccini, allora ancora sconosciuto, con cui nascono alcune delle canzoni più importanti della loro carriera: da “Noi non ci saremo” a “Dio è morto” considerate dei brani simbolo del loro repertorio.
La consacrazione definitiva arriva nel 1972 con “Io vagabondo”, considerata ancora oggi la canzone – simbolo della band. A distanza di 54 anni il successo dei Nomadi non si è mai fermato; anzi la band ha superato l’ingresso di diversi cambi nel gruppo traendo da questi innesti nuova linfa vitale da cui ricominciare. La loro musica ha conquistato il cuore di milioni di italiani che li seguono ovunque; si tratta del cosiddetto “popolo nomade” che non si perde uno dei 90 concerti annuali in programma per la band.
Ad oggi la formazione dei Nomadi è composta da Beppe Carletti – tastiere, fisarmonica, cori (dal 1963), Cico Falzone – chitarre, cori (dal 1990), Daniele Campani – batteria (dal 1990), Massimo Vecchi – basso, voce (dal 1998), Sergio Reggioli – violino, voce (dal 1998), Yuri Cilloni – voce (dal 2017)
Nomadi, “Io vagabondo”: un vero e proprio inno per vivere generazioni
Il successo dei Nomadi è inarrestabile. Con “Io vagabondo” hanno conquistato definitamente critica e pubblico e ad oggi hanno pubblicato circa 52 album vendendo la cifra di 15 milioni di dischi. Proprio Beppe Carletti, frontman della band, intervistato da Rockol.it ha dichiarato: “dopo i Rolling Stones siamo la band più longeva al mondo, con 58 anni di carriera alle spalle. I Nomadi sono nati nel ’63 come un’idea e le idee non muoiono mai, proseguono sempre. All’interno del gruppo, nel corso degli anni, si sono alternate tante persone, ma l’idea va avanti, sempre nel segno della coerenza che è stata ed è tutt’ora la nostra forza”.
Non solo, il tastierista italiano, co-fondatore della band, ha aggiunto: “siamo sempre rimasti noi stessi e amiamo la nostra professione. Abbiamo visto passare tante cose davanti ai nostri occhi. Il mondo della musica, ma non solo, è cambiato profondamente, ma noi siamo sempre legati al nostro modo di essere. Forse questo è il periodo più triste per la musica, e non solo, a causa della pandemia”. Sul finale, infatti, Carletti non nasconde come sia cambiata la musica: “è diventato un bene ‘usa e getta’, dopo neanche un paio di mesi un disco viene considerato già vecchio, ma per fortuna ci sono canzoni che non tramontano mai. Per quanto ci riguarda canzoni come ‘Dio è morto’ o ‘Io vagabondo’ sono, ancora oggi, attuali e lo constatiamo di persona quando, ai nostri concerti, vediamo ragazzini che le cantano a memoria”.