Nel giorno in cui scompare il suo ‘papà’, Gino Strada, torna alla mente la storia di Emergency, la sua creazione, cominciata nel lontano 1994 a Milano e a cui, con quasi 30 anni di attività alle spalle, è stato anche riconosciuto dalle Nazioni Unite lo stato consultivo speciale presso il suo Consiglio Economico e Sociale. Ma quale è la storia di questa associazione umanitaria e quali sono i Paesi in cui opera principalmente? Emergency ONG Onlus è di fatto una associazione indipendente che, sin dalla sua fondazione, dichiara di operare per raggiungere due obiettivi: da un lato garantire le cure di qualità e gratuite alle vittime di ogni guerra, ma anche delle mine antiuomo; dall’altro lato, intende promuovere, come si legge sul suo sito ufficiale, una cultura di pace e solidarietà nel rispetto dei diritti umani.
Fondata nel 1994 a Milano da Gino Strada e da sua moglie, Teresa Sarti, scomparsa prematuramente nel 2009, la ONG Emergency ha curato quasi 10,5 milioni di persone (dato aggiornato al 2019): nata inizialmente per fornire soccorso chirurgico alle vittime dei Paesi che nel mondo sono teatro di guerra, nel corso degli anni Emergency ha poi esteso il proprio raggio d’azione dedicandosi non solo ai suddetti conflitti ma anche a quei contesti, del Terzo Mondo ma non solo, flagellati dalla fame e dalla povertà, e comunque laddove non sono a disposizione delle strutture sanitarie gratuite per tutti. Invece, è solamente dal 2005 che Emergency opera ufficialmente anche in Italia, e in questo caso l’obiettivo che i suoi membri dichiarano è quello di voler garantire il rispetto del diritto a essere curato di ogni individuo, come sancito dalla Costituzione.
LA STORIA DI EMERGENCY: COM’E’ NATA E DOVE OPERA
Ma dove opera attualmente l’ONG che oggi è presieduta da Rossella Miccio? Emergency gestisce diverse strutture sanitarie in Asia e precisamente in Afghanistan e Iraq, mentre nel continente africano è presente tra gli altri in Sierra Leone, Sudan e Repubblica Centroafricana. Invece se si fa riferimento ai programmi umanitari portati avanti nel corso degli ultimi anni, la lista si allunga includendo anche il Ruanda, l’Eritrea, il Kosovo, lo Sri Lanka, il Nicaragua, la Libia e Jenin in Palestina. L’attività era iniziata, come detto, nel 1994 proprio in Ruanda per fare fronte alla tragedia umanitaria del genocidio dei Tutsi (riattivando l’ospedale in disuso di Kigali): crescendo grazie a finanziamenti privati, come detto, ha ampliato il suo raggio di intervento realizzando centri specializzati in cardiochirurgia, sostegno alla maternità e anche semplici presidi di Pronto Soccorso.
Di recente, dopo il 2000, sono nate delle ‘propaggini’ di Emergency anche negli USA (2006) e poi anche in UK e Svizzera, mentre altre sedi vengono annoverate tra Unione Europea ed Estremo Oriente (Hong Kong). Venendo invece ai giorni nostri, l’attività di Emergency in Italia si focalizza invece sull’assistenza sanitaria da fornire alla popolazione carceraria, al soccorso e salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo. Tra le altre attività accreditate sul sito di Emergency c’è anche il “supporto nella comprensione dei criteri di accesso alle cure del Sistema Sanitario Nazionale (SSN)” mentre, infine, dallo scoppio della pandemia ad oggi, e nel prosieguo dell’emergenza sanitaria da Covid-19 nel nostro Paese, collabora con le autorità nazionali in diversi ambiti relativi alla gestione sanitaria.