«Sono Terminator». Così si definiva Jake Davison, l’autore della strage di Plymouth, in uno dei suoi deliranti video pubblicati su YouTube. Diceva anche di essere «vergine», di sentirsi «solo» e di far parte del movimento «Incel», cioè «involuntary celibates». Si tratta dei single ossessivi che non trovano mai l’amore e quindi attribuiscono agli altri la colpa di questa loro condizione solitaria. Credono quindi di non avere alcuna possibilità di trovare l’amore e di essere accettati, quindi lamentano di essere discriminati dalle donne e spesso non sopportano gli uomini che hanno una vita normale, soprattutto se sono di bell’aspetto. Talvolta sfociano nella supremazia sessuale e nella misoginia.
Questa comunità è stata già collegata ad altre stragi avvenute negli Stati Uniti. Ad esempio, nel 2014 Elliot Rodger, 22 anni, uccise sei persone all’Università della California. Mentre nel 2018 Alek Minassian in Canada scagliò il suo furgone sulla folla uccidendo dieci persone.
JAKE DAVISON, 800 VIDEO SU ARMI…
Jake Davison, il 23enne che ieri ha ucciso cinque persone tra cui una bambina di tre anni prima di togliersi la vita, era americano. Nato a Phoenix, in Arizona, si è poi trasferito in Inghilterra, a Plymouth, dove guidava gru nei cantieri edilizi. Ma aveva una vita tormentata, anche online. Aveva quella frustrazione nei confronti delle donne, oltre che risentimento e a volte odio, tipiche di quel movimento. Nei video dichiarava di non parlare con una donna da cinque anni circa, da quando era diventato maggiorenne. «Faccio sempre la stessa vita, non cambia mai un cazzo di niente per me. Sono sempre vergine, grasso, brutto. Cosa è cambiato? Nulla», diceva online.
Ma Jake Davison aveva anche una passione per le armi. E con un fucile a pompa ha ucciso ieri cinque persone, tra cui la madre Maxine e una bambina di tre anni, Sophie Martyn, insieme al padre adottivo Lee. Alle armi aveva dedicato 800 video, ricchi di propaganda nazionalista americana. Era citato anche Donald Trump quando disse: «In America, non vogliamo imporre il nostro stile di vita ma farlo risplendere come esempio per gli altri». Ma come ha fatto a procurarsi un’arma? I vicini hanno raccontato ai media che soffriva di problemi mentali e che la sua famiglia era preoccupata, ma l’anno scorso ha ottenuto il porto d’armi.