Social sempre più nella bufera. Dopo il caso Facebook, con Mark Zuckerberg che blocca gli account di alcuni ricercatori Usa, scoppia la bufera su Twitter in India. È stato bloccato l’account di Rahul Gandhi, leader dell’opposizione, e di altri dirigenti politici. Questo perché avevano pubblicato dei post con la fotografia dei genitori di una bambina Dalit, quindi appartenente alla casta degli “intoccabili”, che a 9 anni è stata stuprata e uccisa a New Delhi. Il dirigente del partito del Congresso, che è stato censurato insieme ad altri esponenti di spicco, si è scagliato contro Twitter, accusando il social network di «attacco alla democrazia indiana» e di essere «al servizio del partito al potere».
Non è tardata ad arrivare la replica del social network, secondo cui la foto pubblicata viola le regole sulla privacy, che sono «applicate con giudizio e imparzialità». Rahul Gandhi, che è seguito da 20 milioni di account, ha pubblico un video in cui denuncia interferenze da parte di Twitter nella vita politica indiana. «Sapete bene che la questione non riguarda solo la chiusura dell’account di Rahul Gandhi. Ho 19-20 milioni di follower. Negate loro il diritto di avere un’opinione. Ecco quello che state facendo».
TWITTER BLOCCA ACCOUNT RAHUL GANDHI: BUFERA IN INDIA
Nella foto incriminata Rahul Gandhi era ritratto con la famiglia della bambina di 9 anni, che è stata violentata e assassinata da un prete Hindu e da suoi complici. I genitori della bambina hanno anche accusato i carnefici di aver provato a cremarla senza il loro permesso. Una vicenda terribile che ha generato numerose proteste in India. Il post è stato segnalato dal gruppo per i diritti dei bambini indiani: è stata chiesta la rimozione dai social perché rivelava l’identità della vittima, quindi veniva infranto un divieto della legge vigente. Ma Rahul Gandhi si è rifiutato di togliere la foto, quindi il suo account è stato bloccato il 6 agosto, così come quello di altri esponenti del partito e di circa 5mila utenti che lo avevano condiviso il tweet. Per Randeep Singh Surjewala, portavoce del partito del Congresso, Twitter «non applica le stesse regole per tutti, usando criteri politicamente e maliziosamente motivati», quindi lo ha accusato di essere «completamente sottomesso al governo Modi». Un ex deputato, infatti, aveva pubblicato una foto simile su Twitter, ma questa non è stata bloccata.