Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale policlinico “San Martino” di Genova e professore ordinario all’Università di Genova è intervenuto sull’edizione del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, mercoledì 18 agosto 2021, parlando a tutto tondo del Coronavirus. In particolare, l’esperto ha subito voluto chiarire che il tampone serve solo nei soggetti che presentano una sintomatologia accostabile a quella tipica del virus. Ergo, continuare a eseguire test su chi è vaccinato con doppia dose “è un esercizio che porta ad avere un numero di contagiati molto probabilmente fuorviante. I tamponi ai vaccinati non servono se non a creare un business. Un conto è un malato, che ha la presenza del virus o del batterio e ha i segni e i sintomi della malattia. Ma un vaccinato che ha il virus nel naso e non nei polmoni e non ha segni della malattia non è un malato”.
A giudizio dell’infettivologo ligure, inoltre, un non vaccinato con tampone positivo, ma senza sintomi, non è malato. Tuttavia, la sua capacità di trasmettere il virus è N volte superiore rispetto a quella del vaccinato: “Se guardiamo i lavori scientifici fatti bene, vediamo che il vaccinato, anche se positivo, non trasmette o trasmette veramente poco. Se parliamo del non vaccinato con tampone positivo, probabilmente trasmette di più”.
MATTEO BASSETTI: “GREEN PASS INCENTIVA IL VACCINO, MA…”
Sulle colonne de “La Verità”, Bassetti ha poi asserito che un vaccinato contagia in misura molto minore di un non vaccinato. Quest’ultimo, tuttavia, “è pericoloso per se stesso. Io in rianimazione vedo arrivare quasi esclusivamente non vaccinati di tutte le età. A ottobre non ci possiamo permettere di avere il 20% di non vaccinati, questo sì che sarebbe pericoloso per il sistema”. In merito invece all’introduzione dell’obbligo del Green Pass, la certificazione verde utile sostanzialmente da inizio mese per accedere all’interno di certi luoghi al chiuso, l’infettivologo ha ribadito come esso non garantisca il rischio zero, ma rappresenti comunque uno strumento utile a scongiurare nuove chiusure.
“A me, da medico, interessa soprattutto l’impulso che il Green Pass imprime alla campagna vaccinale. L’ho detto anche in televisione: il fine giustifica i mezzi e grazie alla carta verde abbiamo vaccinato molte persone. A me dispiace solo che sui vaccini si siano create posizioni così conflittuali e distanti,
anche nella parte politica a cui mi sento più vicino”, ha chiosato.