“Non intendiamo vendicarci”. I vertici dell’Emirato islamico lo hanno detto nel corso della conferenza stampa indetta ieri, aprendo – almeno a parole – le porte a militari, membri del precedente Governo e appartenenti alle Ong. Affinché ciò avvenga, tuttavia, la popolazione dell’Afghanistan dovrà essere schedata e disarmata. I cittadini, in cambio, otterranno la “carta del perdono”: ecco cos’è.
La carta del perdono o Forgiveness Card è un documento che viene rilasciato agli afghani che si presentano di fronte ai funzionari del nuovo Governo per fornire tutti i propri dati anagrafici e altre informazioni personali. Al momento del colloquio con le autorità, inoltre, è obbligatorio dichiarare di quali e quanti armi si è in possesso e consegnarle. È accaduto a Herat, ma anche in tutte le altre città che di ora in ora sono cadute tra le mani dei talebani.
Cos’è la carta del perdono e qual è la strategia dei talebani
La “carta del perdono” sembra avere le caratteristiche tali per essere un espediente per un’opera di schedatura e di disarmo messa in atto dall’Emirato islamico. Coloro che si sono presentati presso gli uffici preposti hanno dovuto dichiarare nome e cognome, stato di famiglia, professione, origini ed altri dati personali. La massiccia raccolta di informazioni potrebbe essere mirata ad individuare le persone che potrebbero schierarsi all’opposizione. Non è chiaro, invece, cosa accadrà a coloro che non accetteranno di essere schedati.
I membri della popolazione che, al momento, temono maggiormente ripercussioni personali sono gli attivisti, soprattutto quelli della rete: giornalisti e blogger, ad esempio. Da comprendere, inoltre, come si svilupperà la questione relativa al ruolo delle donne. I talebani hanno assicurato che non perderanno i diritti conquistati, ma che dovranno attenersi alla sharia, ovvero l’insieme di leggi coraniche del gruppo estremista. I due aspetti sono tuttavia in contrasto tra loro, dato che queste ultime sono molto restrittive.