RAFA NADAL SALTA GLI US OPEN
È davvero finita l’epoca dei Big Three del tennis? Qualche giorno dopo il forfait di Roger Federer dagli Us Open, anche Rafael Nadal ha annunciato che non prenderà parte all’ultimo Slam della stagione, e che il suo 2021 è ufficialmente terminato. Come quello dello svizzero: era già successo che due big saltassero in contemporanea un torneo, ma è comunque abbastanza simbolico che entrambi saltino gli ultimi appuntamenti dell’anno. Anche perché, non si tratta di un caso isolato: Federer infatti non gioca da Wimbledon, dove è stato eliminato ai quarti da Hubert Hurkacz con uno 0-3 che non conosceva dagli esordi (ai Championships) e incassando anche uno 0-6 mai visto sui campi di Londra. Nadal, dal canto suo, al prestigioso Slam britannico non si è nemmeno presentato: dopo aver perso la finale del Roland Garros non è più riuscito a tornare in campo.
Tra i tornei che i due grandi avversari hanno saltato sono dunque compresi i due Masters 1000 del Nord America (Toronto e Cincinnati) e le Olimpiadi, e guardando al futuro non vedremo Roger e Rafa in campo non solo per gli Us Open, ma anche per Shanghai e Parigi-Bercy così come per le Atp Finals, alle quali peraltro lo svizzero avrebbe comunque rischiato di non qualificarsi. La fine di un’epoca? Al momento, resiste Novak Djokovic: tuttavia anche il serbo deve fare i conti con qualche acciacco, se è vero che lui pure ha saltato gli ultimi due 1000 e, persa l’occasione di fare il Golden Slam, si è dovuto ritirare dalla finale per il bronzo nel doppio misto olimpico, scegliendo di concentrarsi esclusivamente sugli Us Open (il Grande Slam è ancora una possibilità più che concreta).
L’EPOCA DEI BIG THREE VERSO LA FINE
Insomma, prima o poi doveva succedere: l’età avanza, Federer ha compiuto 40 anni in questo mese di agosto mentre Nadal ne ha fatti 35 a giugno. Nemmeno loro sono eterni: siamo sempre stati abituati a considerarli campioni immortali, capaci di sfidare le leggi del tempo e di un fisico che invecchia non rispondendo più come in passato, ma adesso “il tempo stringe la borsa” e i giovani rampanti avanzano inesorabili, a cominciare da Daniil Medvedev ma passando poi per Stefanos Tsitsipas, Andrey Rublev, Alexander Zverev e via via tutti gli altri, tra i quali anche il nostro Matteo Berrettini e, perché no, Jannik Sinner. Al netto di questo, è evidente che Federer e Nadal non possano pensare di giocare ogni settimana come facevano prima, arrivando in fondo a qualunque torneo: in particolare bisogna prendere in esame la carriera recente del Re, che da tempo sceglie di non giocare sulla terra (salvo quest’anno) e più volte ha scelto di fermarsi per preservarsi, e provare ad allungare il periodo in cui sarà in campo.
Lo dicevamo qualche tempo fa, ma la domanda resta attuale: è davvero questa la scelta giusta? Saltare mesi di tornei e partite per avere una possibilità, magari anche remota, di vincere il grande torneo futuro? Evidentemente Federer punta il nono Wimbledon, o comunque l’idea romantica di poter essere competitivo anche nei suoi ultimissimi match; intanto però sia lui che Nadal (che idealmente potrebbe pensare di trionfare ancora sulla terra, in particolar modo ovviamente al Roland Garros) sono fuori dai giochi e non sappiamo per quanto, e quando torneranno a giocare dovranno anche convivere con l’inattività forzata che lascerà inevitabilmente qualche ruggine. Per anni ci siamo chiesti quando l’epoca dei Big Three sarebbe terminata, lasciando spazio alla NextGen: forse ora ci stiamo davvero arrivando, e allora che sia davvero Djokovic a chiudere la carriera con il maggior numero di Slam in bacheca?