Elena, bolognese doc, si definisce una donna ribelle e testarda. “Da piccola non mi interrogavo mai su ‘cosa voglio fare da grande’, le uniche certezze che avevo erano: non mi piace studiare e andrò a lavorare nell’azienda di famiglia. E cosi è stato, una volta finita la scuola. Ogni lavoro che mi trovavo a fare era sempre deciso dalle circostanze o dagli altri, mai da me. Nel 2005 mi capitò di lavorare come educatrice, e per la prima volta mi sono misurata con la domanda ‘qual è davvero la mia vocazione?’. Una domanda subito seppellita dagli amici e dal marito, che vedevano in me solo una donna fatta per i conti”. Poi, dopo varie traversie personali e familiari che l’hanno lasciata a piedi, arriva tramite un amico l’incontro con “Insieme per il lavoro”, un progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone fragili nato dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi di Bologna.
E’ un esempio interessante di sussidiarietà, una rete che riunisce associazioni, sindacati, realtà del mondo non profit e oltre 100 imprese del territorio, ed è uno strumento che si è rivelato utile per un dialogo tra domanda e offerta di lavoro, aspetto essenziale soprattutto in questa epoca segnata dalle conseguenze devastanti della pandemia. Più di mille persone che vivevano in situazioni di fragilità hanno trovato lavoro grazie a questa rete che mette al centro la persona e il suo valore infinito.
“Lì ho incontrato persone che hanno creduto in una donna di 55 anni disponibile a rimboccarsi le maniche e che voleva inseguire i propri sogni. Mi hanno proposto un corso per operatore socio-sanitario, aiutandomi anche a sostenere le spese per la frequenza, da sola non ce l’avrei fatta. Ora assisto persone anziane in un centro diurno della Fondazione Gesù Divino Operaio, un’opera della Chiesa bolognese. Per me è stato un salto di qualità, la scoperta della dimensione sociale del lavoro, e vedo che aiutando gli altri a star bene sto bene anche io. Faccio cose semplici ma molto importanti per chi si trova in condizioni precarie, cerco di farli sentire amati e soprattutto non soli. Capisco che questo non è solo un lavoro, è un dono che Dio mi ha fatto”.
La storia di Elena e l’attività di “Insieme per il lavoro” vengono raccontate nella mostra “Costruttori di futuro. Quando il lavoro abbraccia la fragilità”, allestita presso il Padiglione C3 del Meeting di Rimini, un viaggio tra le iniziative messe in campo in Italia per favorire l’inclusione lavorativa di persone un difficoltà. Domenica 22 alle 17, all’interno dell’arena della mostra, ne parleranno il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Giovanni Cherubini, Fondazione San Petronio. Per partecipare è necessario prenotare l’ingresso alla mostra 15 o 30 minuti prima dell’inizio dell’incontro.
(Marouen Bejaoui)