Pierfrancesco Villaggio è uno dei due figli nati dal matrimonio di Paolo Villaggio con la genovese Maura Albites che l’attore sposò alla fine degli anni Cinquanta. L’altra è Elisabetta, venuta alla luce esattamente nel 1959, mentre Pierfrancesco arrivò tre anni più tardi, nel 1962. Tra i due, il personaggio più in vista è senza dubbio Pierfrancesco: questa sera prenderà parte alla prima puntata di Io li conoscevo bene, il nuovo programma di Rai3 con protagonisti gli uomini di spettacolo che hanno in qualche modo segnato la storia italiana del secondo Novecento.
Già in diverse occasioni, in realtà, Pierfrancesco Villaggio ha parlato del suo rapporto con il padre come di un rapporto ‘difficile’ almeno nella prima parte della sua vita. Sappiamo che il figlio, purtroppo, ebbe gravi problemi di dipendenza dalla droga, problemi scaturiti forse proprio da qualche incomprensione di troppo con papà Paolo. “Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato”, ha dichiarato Pierfrancesco nel 2016 in un’intervista a Vanity Fair. “Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto”.
Pierfrancesco Villaggio, la dipendenza e il rapporto con il padre
All’epoca dell’intervista, Paolo Villaggio era ancora vivo. Il rapporto con Pierfrancesco, ai tempi, era ancora caratterizzato da qualche dissapore, anche se non come all’inizio: “Relazionarsi con lui è molto difficile”, prosegue il figlio. “È una persona molto invadente ed egocentrica, come quasi tutti quelli che fanno il suo mestiere. La prima volta che sono riuscito a parlargli liberamente risale all’incirca a dieci anni fa, prima di allora non avevamo mai avuto una relazione padre-figlio canonica”.
Con la malattia, però, qualcosa è cambiato: “La rabbia che ho nutrito per anni si è quasi trasformata in tenerezza”. Paolo aveva il diabete e morì nel 2017 a causa di una serie di complicanze respiratorie. Prima che fosse troppo tardi, lui e il figlio riuscirono a trovare una quadra: Pierfrancesco, intanto, guarì definitivamente dalla sua dipendenza grazie al sostegno della comunità di San Patrignano. “Quando sono arrivato avevo veramente poca capacità di intendere e di volere, ero viziato e molto condizionato dalla tossicodipendenza”, si legge ancora nell’intervista. Nessun rancore nei confronti del padre, di cui parla volentieri ogni volta che se ne presenta l’occasione.