Oggi è la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Milano. Ma fino a qualche mese fa Layla Pavone, era a dir poco critica nei confronti del leader che l’ha designata per correre a Palazzo Marino. Come riportato da “La Repubblica”, l’ormai ex componente del consiglio di amministrazione della Seif, la società editoriale del Fatto Quotidiano, era una delle tante persone che nell’ottobre del 2020, in piena seconda ondata, criticava la gestione della pandemia da parte del governo Conte. Emblematico il commento lasciato da Layla Pavone sotto un post in cui Conte twittava le #tresempliciregole da seguire per difendersi dai contagi, ovvero: “Indossa la mascherina, mantieni la distanza, lava spesso le mani“. La replica della Pavoe? Eccola: “Presidente, voi chiedete sacrifici ai lavoratori, aziende, professionisti, ma non vi viene in mente di dimezzarvi lo stipendio nemmeno per sogno. Attenzione che la gente è stanca e tra poco perderà le staffe e scatterà la rivolta“.
LAYLA PAVONE, CANDIDATA M5S A MILANO
E nemmeno si può dire che il cinguettio in questione, da parte di Layla Pavone, sia stato un unicum, un episodio isolato dettato da uno sfogo momentaneo. Il giorno prima, infatti, la candidata sindaco M5s alle elezioni comunali di Milano del prossimo 3 e 4 ottobre criticava aspramente anche il tweet in cui Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, annunciava l’approvazione del Decreto Ristori in Consiglio dei Ministri. Queste le parole di Layla Pavone: “Le briciole avete dato altro che ristori. 200 euro a chi ne fattura 400.0000 l’anno?“. Insomma, critiche di stampo politico che alla luce della sua candidatura con il nuovo corso contiano del Movimento 5 Stelle non possono non provocare un certo imbarazzo. “Repubblica” si domanda se Conte fosse a conoscenza delle critiche mosse nei suoi confronti dalla candidata. Inevitabile che ad entrambi ne venga chiesto conto dalla stampa alla prima occasione utile.