Ezio Greggio è tornato a parlare del suo caro amico Gianfranco D’Angelo, morto lo scorso 15 agosto a pochi giorni dal compimento del suo 85esimo compleanno. “La nostra storia inizia nel lontano 1978 – racconta il conduttore di Striscia la Notizia a Sorrisi Tv e Canzoni – grazie a Giancarlo Nicotra, il regista della Rai scomparso qualche anno fa. Mi chiamò a La Sberla, una trasmissione che faceva 18/19 milioni di ascolti, una cosa spaventosa. Fu lì che conobbi Gianfranco: con Gianni Magni e Adriano Russo erano i protagonisti. Nicotra ci vide insieme, avevamo una sintonia perfetta”. Fra i due si creò subito un’alchimia perfetta, nonostante fossero molto diversi: “Eravamo due burloni, uniti dalle stesse passioni, ci impegnavamo quando c’era da lavorare e facevamo casino quando c’era da divertirsi. I comici o vanno d’accordo o litigano: io e lui andavamo a incastro come i pezzi del meccano. Era divertente anche il fatto di vedere lui un po’ cicciottello con quella faccia spiritata e me perfettino con la riga tra i capelli che mi faceva sembrare il fratello di Gianni Rivera. Funzionavamo”.
Quindi lo sbarco a Mediaset: “E li incontrammo Antonio Ricci. intuì che fra noi c’era qualcosa di speciale: ‘Ho in mente degli sketch, voi due siete già amici e avete tempi comici che legano’. Ricci scriveva una scena da un minuto, noi sul palcoscenico ci divertivamo talmente che i minuti diventavano sei”. Ezio Greggio svela alcuni segreti dell’amico Gianfranco D’Angelo: “Sul lavoro era un gatto sornione, sembrava si dovesse addormentare da un momento all’altro e poi, come si accendevano le luci, si svegliava di botto. Aveva una memoria di ferro, non leggeva mai i monologhi, un professionista”.
EZIO GREGGIO: “GIANFRANCO D’ANGELO AMAVA FARE GLI SCHERZI”
Prima Drive In poi Striscia la Notizia, due successi clamorosi: “Il Tenerone piaceva molto ai bambini, come il cane Has Fidanken o le ‘attrazioni internazionali’. Io non gli dicevo mai con che nome strampalato lo avrei chiamato, annunciavo ‘Ecco a voi… Gerastasio Scassatepalle’, lui entrava e nascondeva la faccia sotto l’ascella: ‘Li mortacci tua e de’ tu nonno’ mi diceva perchè lo avevo fatto ridere in scena. Striscia? Facemmo le prime 30 puntate insieme, giramme anche in esterna, Gianfranco a Parigi e a New York, io a Mosca. Andarono benissimo. Dopo lui passò alla Rai, fece altre trasmissioni, si dedicò molto al teatro”.
Gianfranco D’Angelo era anche una persona a cui piaceva fare molti scherzi e anche Ezio Greggio fu una sua vittima: “Una volta Corrado ci invitò a una serata di beneficenza a teatro. Gianfranco mi chese che storiella avrei raccontato, gliela dissi e lui andò di nascosto da Corrado a riferirgliela. Poi mentre Corrado la raccontava sul palco, Gianfranco cercava di distrarmi e tenrmi lontano. Quando arrivò il mio turno, cominciai a raccontare la storiella e la gente, rideva, ma non c’era ancora nulla da ridere. Mi voltai e vidi Corrado e Gianfranco che ghignavano. Allora mi stoppai e ne raccontai un’altra”. Pochi giorni prima di morire i due si erano scritti dei messaggi: “Ci si vedeva e ci si sentiva, sapevo che non stava bene e gli avevo scritto. Fino alla fine ci siamo fatti battute, eravamo d’accordo che ci saremmo risentiti a settembre, ma sapevo che sarebbe stato difficile. Abbiamo avuto il nostro modo di stare insieme: l’ho fatto ridere e lui mi ha fatto ridere tanto”.