Un altro giovane è stato ucciso dopo una rissa, un pugile di Caserta di soli 18 anni, ammazzato per futili motivi. Nel giro di poche ore le forze dell’ordine sono risalite al responsabile grazie anche alle telecamere di sorveglianza nonché al racconto dei numerosi testimoni presenti. Ad ammazzare il pugile di Caserta, un suo quasi coetaneo, un 19enne di Caivano, incensurato, che ha ammesso tutto durante l’interrogatorio: il litigio, la rissa e quindi la coltellata che non credeva potesse essere fatale. Al momento si trova presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere e le accuse nei suoi confronti sono gravissime, omicidio volontario.
Gennaro Leone, così si chiamava la vittima, è morto nella notte fra sabato e domenica presso l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta: era giunto nel nosocomio in condizioni disperate, dopo che con una coltellata gli aveva reciso l’arteria femorale ad una gamba. Leone era considerato da tutti un astro nascente della boxe; figlio di un ufficiale dell’aeronautica militare e di una imprenditrice, abitava in quel di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, e si allenava nella palestra Asd Energy Boxe, guidato dal tecnico Antonio Coppola.
GENNARO LEONE, 18ENNE PUGILE UCCISO DOPO COLTELLATA: LA MORTE IN POCHE ORE
All’attivo aveva quattordici incontri, e il suo record era di tutto rispetto avendo registrato 14 vittorie, due pareggi e due sconfitte, numeri che gli avevano permesso di entrare nel giro delle giovanili della nazionale italiana di pugilato.
Sabato notte, come ricorda Fanpage, il ragazzo si trovava attorno a mezzanotte assieme a degli amici presso un bar di via Giambattista Vico a Caserta; dopo uno sguardo di troppo sarebbe scattata la rissa, con qualche spinta, qualche insulto, poi la situazione è degenerata e il 19enne di cui sopra ha tirato fuori un coltello. E’ bastato un solo fendente, alla gamba, per provocare una ferita mortale alla vittima: inizialmente il sangue copioso, poi l’arrivo dei soccorsi, ma tre ore dopo il suo cuore ha smesso di battere.