Il vaccino è importante anche per le donne incinte e per coloro che intendono avere una gravidanza. Non mancano i timori, ma dalla comunità scientifica arrivano importanti rassicurazioni. Bisogna partire da un presupposto: il sistema immunitario delle donne incinte è più debole, quindi la vaccinazione è fondamentale per proteggersi dalle conseguenze del Covid, che possono essere molto gravi. I medici della Broward Health, in Florida, ad esempio, in virtù della diffusione della variante Delta e dei bassi tassi di vaccinazione tra le donne incinte, le sta sollecitando a vaccinarsi perché ciò è importante anche per prevenire aborti, parti pre-termine e altre complicanze. I Centers for Disease Control and Prevention e l’American College of Obstetricians and Gynecologists non solo raccomandano che le persone in gravidanza ricevano il vaccino anti Covid, ma pure quelle che allattano i neonati.
Col vaccino non si ‘danneggia’ il feto, ma accade proprio l’opposto: viene protetto. Inoltre, le donne che intraprendono un trattamento di fertilità, come la fecondazione in vitro, “che si stanno riprendendo dalla COVID, hanno forse cicli IVF meno favorevoli – quindi meno probabilità di portare a una gravidanza di successo”. Invece il vaccino “non ha un impatto negativo sulla fertilità, cioè non causa infertilità, mentre sappiamo che COVID stesso può avere un impatto negativo sulla fertilità”, ha dichiarato il dottor Dudley Brown, capo di ostetricia e ginecologia al Jupiter Medical Center.
VACCINO A DONNE INCINTE, L’APPELLO DEGLI ESPERTI
Il “pressing” è in corso anche in Italia. Pediatri, ginecologi e neonatologi hanno lanciato un appello al Ministero della Salute per accelerare la vaccinazione delle donne incinte e in allattamento, oltre che dei bambini di età superiore ai 12 anni. Gli esperti sottolineano che i vaccini a mRna sono “assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano” e “non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione”. Anche loro hanno ribadito che la vaccinazione “non influisce sulla fertilità della donna, né vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza”. A fornire queste indicazioni anche l’ultima circolare del Ministero della Salute del 4 agosto e l’Organizzazione mondiale della sanità (Sms) in un documento del 25 giugno. Per questo tutte le società di categoria si appellano al Ministero della Salute e alle istituzioni affinché “sia promossa il più possibile la vaccinazione delle donne in gravidanza ed in allattamento oltreché dei bambini di età superiore ai 12 anni (e più piccoli quando vaccini dedicati saranno disponibili)”. Ma chiedono anche un coordinamento centralizzato, come avviene all’estero, per evitare disparità a livello locale e regionale.