Giorgio Palù, virologo del Comitato tecnico scientifico, fa il punto sulla pandemia e sulle criticità non risolte a pochi giorni dall’inizio della scuola. Intervistato dal Corriere della Sera, spiega perché i ragazzi sono la fascia attualmente più esposta al Covid: “Tra 12 e 19 anni la copertura vaccinale è pari al 53,4% con una dose e 29,7% con due dosi. Nella fascia 20-29 siamo rispettivamente al 74,5% e 55,8%. Quindi adolescenti di medie e superiori sono la categoria meno immunizzata e la più esposta. Nell’ultima settimana di agosto il più alto tasso di casi (75%) e ricoveri (90%) riguarda i non vaccinati tra 12 e 39 anni“. Numeri che fanno paura, soprattutto pensando ai trasporti pubblici, sempre affollatissimi di giovani diretti a scuola: “Specie nelle aree metropolitane gli osservati speciali sono i mezzi di trasporto affollati di studenti nelle ore che precedono l’inizio delle lezioni. Si sapeva, eppure non si è provveduto ad aumentare veicoli e corse né ad applicare la turnazione didattica per sfoltire gli assembramenti“, è la critica di Palù.
Palù: “Rischio focolai a scuola”
Il virologo spiega come mitigare i rischi, ma senza farsi troppe illusioni: “Controllori nei mezzi pubblici per verificare il rispetto delle misure di sicurezza. Nelle aule si dovrebbe garantire un efficace ricambio d’aria. Ideali sarebbero filtri idonei. Il rischio di focolai in ambiente scolastico c’è, non illudiamoci. È dimostrato da pubblicazioni scientifiche. Col collega Sebastiani abbiamo collegato l’aumento esponenziale delle infezioni alla riapertura della didattica nel periodo ottobre 2020-febbraio 2021, fenomeno probabilmente scaturito a sua volta dall’affollamento dei mezzi pubblici. L’impatto è stato minore nei bambini più piccoli, accompagnati in classe dai genitori“. A domanda, su cosa pensi del monitoraggio basato su tamponi periodici salivari in istituti sentinella per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria frequentata da bambini per i quali ancora non c’è vaccino, Palù dice: “È un bel progetto. Va ricordato però che si tratta di test diagnostici che, sebbene abbiano il vantaggio di essere poco invasivi e fornire risposte rapide, possono essere meno sensibili di quelli ottenuti con prelievo naso-faringeo. Per il monitoraggio possono essere un valido ausilio se inteso come integrativo di altri strumenti a disposizione. Le scuole frequentate dai più piccoli sono luoghi chiusi che possono favorire situazioni difficili da gestire. L’adozione del green pass per docenti e assistenti sono provvedimenti che le rendono probabilmente più sicure di altri luoghi di aggregazione dei ragazzi“.
Palù: “App Immuni unico modo per tracciare ma…”
Per quanto riguarda i trasporti, il rispetto della capienza all’80% certo non garantisce il distanziamento e, osserva Il Corriere della Sera, in caso di focolaio sarebbe impossibile il tracciamento. Dunque, che fare? Palù spiega: “L’unico sistema per poter contare su un’efficace tracciatura sarebbe stata la app Immuni che tuttavia ha presentato dei limiti di tipo tecnico e sull’uso volontario. Il trasporto è una evidente criticità. Oltre alla figura di un controllore si dovrebbero aggiungere sanificazioni e verifiche sui sistemi di trattamento dell’aria. Indossare le mascherine, sempre“. Infine la chiosa su uno dei temi più ricorrenti in materia di Covid: le cure domiciliari. Al riguardo il virologo spiega: “Stiamo assistendo alla possibilità di integrare la profilassi vaccinale con terapie molto promettenti per contrastare l’infezione acuta. È prevedibile che presto anche in tema di Covid-19 le cure si sposteranno a domicilio del paziente. Mi auguro che la riorganizzazione dei servizi sanitari e della medicina territoriale col supporto economico dei nuovi fondi potrà imprimere un’accelerazione all’intero processo“.