Alfio Antico tra gli ospiti della puntata speciale di “Linea Verde Radici” dedicata alla Sicilia in onda mercoledì 1 settembre su Rai1. Si tratta di un vero e proprio esperimento quello che la Rai ha deciso di fare con lo storico programma dedicato alle bellezze del nostro paese. La puntata , infatti, si presenta come un viaggio alla scoperta delle bellezze senza tempo della Sicilia: dai crateri dell’Etna alle isole Egadi. Parte integrante di questo racconto – viaggio sono anche gli ospiti tra cui anche Alfio Antico, il cantautore, musicista e attore teatrale italiano conosciuto come il maestro del tamburo. Intervistato da musicajazz.it, il musicista ha raccontato l’importanza della Sicilia nelle sue canzoni: “la Sicilia è la mia terra, ricordo e scrivo quelle storie, allo stesso modo è però davvero molto importante la lingua. Mi aiuta ad esprimermi al meglio, anche quando parlo della società che mi ruota attorno”.
Nonostante questo amore viscerale per la Sicilia, il musicista ha comunque deciso di lasciarla, ma solo per un motivo: l’amore. “Ho conosciuto Rita a Ferrara e ho deciso di fermarmi lì, ormai sono quasi 34 anni. Prima sono state esigenze, facevo fatica a rimanere in Sicilia e ho cercato fortuna altrove, così scelsi Firenze” – ha detto il cantautore.
Alfio Antico: “Trema la terra: Sono legato un po’ a tutto il disco”
Il musicista e cantautore Alfio Antico si descrive come un curioso all’ennesima potenza. “Sono sempre stato curioso, sempre alla ricerca di suoni, cerco di osservare la natura, quello che succede intorno a me. Guardo al passato, cercando di farlo vivere nel presente e nel futuro. Questo mio percorso è sempre esistito, sta proseguendo ed ogni volta ha qualcosa di nuovo” – ha detto il musicista che è conosciuto anche come il maestro del tamburo. “Per me è uno strumento vero e proprio. Non è folklore da cartolina” – ha precisato Alfio parlando proprio del tamburo – “quei suoni sono ancestrali. É il mio Strumento vero e proprio, come una chitarra. Sono tutti suoni dai quali non posso allontanarmi. Il Tamburo muto ha un ricordo, quello con i sonagli altri. Per me tutti rappresentano la terra”.
Infine una menzione particolare merita l’album “Trema la terra” a cui è particolarmente legato: “ci sono tante storie simili che rappresentano la mia vita. Io di generi musicali onestamente non me ne intendo, mi interessa suonare. Cesare Basile, che ha curato la produzione artistica, è stato bravo insieme a tutti i musicisti a capire la vena di questo brano: è un monte che anticipa la tempesta, penso questo sia rock”.