Giuseppe Anastasi, grande cantautore siciliano, ospite negli studi del programma di Rai Uno, Dedicato. “Come nasce una canzone? – ha esordito l’artista classe 1976 parlando con Serena Autieri – non c’è un’idea precisa, conta il risultato. Molte volte nella composizione moderna si parte dal bit, io di solito mi metto sullo strumento e vediamo se esce qualche melodia”. Giuseppe Anastasi ha scritto canzoni per molti artisti come ad esempio Sincerità di Arisa: “Come è nata Sincerità? E’ nata a casa, io vivevo a Roma, mi ero trasferito dalla Sicilia per inseguire il sogno, lavoravo come cameriera in un ristorante e Arisa faceva l’estetista, eravamo all’inizio di niente. Un giorno scrissi questa canzone, presi la chitarra e mi venne abbastanza di getto e poi successe l’imponderabile”. E ancora: “Ho trovato la felicità nello scrivere, nella maggior parte dei casi dico ai miei allievi di scrivere per risparmiare dallo psicologo, è una forma di auto-analisi. Io comunque scrivo quando sono felice, sono un po’ malinconico…”.
Il valore aggiunto di chi propone la mia scrittura? “Fondamentale – prosegue Giuseppe Anastasi – perchè prima di tutto, ad esempio Arisa, sa cantare in maniera straordinaria. Poi c’è la parte interpretativa che è molto più importante della parte tecnica. Se un interprete canta in una canzone in cui crede il pubblico lo capisce, la canzone è un’opera breve, hai solo 3 minuti per convincere il pubblico. Quando si trova un cantante come Arisa per un autore è una gioia immensa”. Il sodalizio con Mogol: “E’ dal ’99, sono 22 anni fa. Ho iniziato come suo allievo, mia nonna mi disse che c’era questa scuola in Umbria di Mogol, mi informai, vinsi la borsa di studio della Siae. Arrivai come allievo, ciò che scriveva aveva un senso e Mogol se ne accorse e mi propose di rimanere come docente. Lui in una canzone scrive ‘il mio mestiere è vivere la vita’. L’autore è più attento nei confronti della vita, è una questione di curiosità, il motore della scrittura è la curiosità”. In studio arriva quindi la dedica di Arisa: “Il mio grande amico Giuseppe Anastasi che mi ha regalato la mia canzone più bella che ho cantato, lo ringrazio infinitamente, gli devo davvero tanto e spero di poter fare altre cose assieme”.
GIUSEPPE ANASTASI E L’INCONTRO ARISA E MICHELE BRAVI
Giuseppe Anastasi replica: “Quando ho scritto La Notte si capisce dal testo che stavo inguaiatissimo, è la bellezza delle canzoni che trattano i sentimenti e i sentimenti sono democratici. Visto che il brano è stato un successo ho capito che tutte le canzoni sono state inguaiate come me”. Ed ecco il saluto di Michele Bravi, altro artista che ha cantato canzoni di Anastasi: “Ho incontrato tanti autori e Giuseppe penso sia una delle penne più pure d’Italia, ha un rapporto viscerale, passionale e umano con la scrittura, è una scrittura gentile, racconta il mondo con una gentilezza disarmante, quell’umanità incredibile. Il mio debutto a Sanremo a 23 anni? Uno dei momenti più puri vissuto, tutto è nato dalla fase di scrittura fino a quel palco. Poter andare a raccontare una preghiera d’amore che era quella canzone enorme il Diario degli errori… La vita breve dei coriandoli è uno dei pezzi che racconta al meglio la scrittura di Giuseppe, lui con immagini piccole racconta cose enormi, e questa è la magia della scrittura. ”.
Anastasi risponde e conclude la sua intervista dicendo: “Michele è un ragazzo d’oro, un bravo ragazzo, estremamente sensibile, e canta con quella genuinità di chi è buono nell’anima. Quella canzone l’abbiamo scritta insieme a Cheope e Federica Abbate. Io non sono un solista, mi piace il confronto, quando si scrive a più teste hai punti di vista differenti, le collaborazioni se fatte con passioni portano sempre a buoni risultati”.