Per il vaccino ai minori basta l’ok di un solo genitore: l’ha stabilito il tribunale di Monza, con una sentenza destinata a fare giurisprudenza in merito a casi di questa natura. I fatti: un ragazzo di quindici anni ha espresso il desiderio di sottoporsi al siero anti-Covid, ma il padre ha manifestato apertamente la sua contrarietà, impedendoglielo. Ne è derivata una battaglia legale tre i due genitori (ex coniugi), risoltasi nel mese di luglio in favore della mamma dell’adolescente, la quale si era detta d’accordo con la richiesta del figlio.
Stando a quanto emerso relativamente a questa vicenda, il giovanissimo avrebbe avanzato questa richiesta per poter tornare a praticare sport liberamente. Pare che, in un primo momento, il padre avesse espresso consenso verbale alla vaccinazione del figlio, salvo poi ritrattare la sua posizione al momento di firmare la liberatoria, adducendo come motivazione la poca probabilità di contrarre il virus rispetto ai presunti rischi connessi al vaccino. Ecco perché tra i due coniugi è divampata una vera e propria guerra giuridica.
VACCINO ANTI-COVID AI MINORI: SE C’È L’OK DEL PEDIATRA, BASTA IL CONSENSO DI UN SOLO GENITORE
I giudici hanno asserito che il padre del ragazzo “ha, senza tener conto della volontà del figlio ormai quindicenne, posto un veto ingiustificato ad un atto medico che, seppur non obbligatorio, viene ritenuto dalle autorità sanitarie e dalla comunità scientifica privo di controindicazioni, necessario non solamente per il singolo ma anche per tenere sotto controllo la pandemia”.
Ovviamente, il tribunale non ha potuto sostituirsi all’uomo in ambito decisionale circa la somministrazione di un vaccino a un minore e, di conseguenza, come scrivono i colleghi dell'”Huffington Post”, ha richiesto la valutazione dei rischi al pediatra che ha in cura il giovane, per poi stabilire che, nel pieno rispetto della sua volontà, in assenza di rischi e per la salvaguardia della collettività, l’adolescente oggetto di questo capitolo di cronaca, si possa vaccinare anche con il solo consenso della madre, ponendo così fine a una diatriba familiare.