L’avventura di Giuseppe Conte alla guida del Movimento 5 Stelle è iniziata in salita. L’ex presidente del Consiglio ha dovuto fare prima i conti con la diversità di vedute con Beppe Grillo, per poi fronteggiare l’ostilità di una parte del mondo pentastellato per i suoi metodi troppo politici. E attenzione alla prossima bufera, che si appresta immediata: parliamo dei fondi, necessari per la sopravvivenza di un partito. Ma il M5s non è un partito e non lo è mai stato, nè, forse, lo vorrà mai essere…
Come rivelato dai colleghi de L’Espresso, Giuseppe Conte in questi giorni sta studiando un modo per accumulare più denari e dare forza e vitalità al suo progetto, con sedi centrali e locali, portaborse, banchetti e manifesti. Negli ultimi anni, però, i soldi in casa Movimento 5 Stelle sono diventati sempre meno a causa delle maxi-espulsioni e dei cambi di casacca: basti pensare che il gruppo alla Camera ha ricevuto 500 mila euro in meno tra 2019 e 2021, mentre il gruppo al Senato addirittura 600 mila. A questo va aggiunto che la metà delle risorse serve per pagare i collaboratori e non ci sono troppe strade, rimarca Tecce: “O caricano i costi degli assistenti a vario titolo sui gruppi di Camera e Senato, com’è successo per Rocco Casalino, o si affidano a un organismo esterno, com’è accaduto fino a luglio con l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio”.
CONTE A CACCIA DI SOLDI
Secondo L’Espresso, Conte è pronto a mettere mano ai risparmi dei parlamentari per poter lanciare la sua stagione. I primi passi li ha già mossi, da segnalare l’affitto di un elegante ufficio a Roma, in zona palazzo Montecitorio, alla modica cifra di 10 mila euro al mese. Ma non è tutto. Conte infatti potrebbe puntare al 2X1000, sempre rifiutato in passato dai vertici grillini ma ora forse necessario per completare la rivoluzione: in base alla quantità di attivisti e elettori, facendo un paragone con gli altri partiti, è possibile ambire a 2 milioni di euro. E ancora, nelle casse del Movimento 5 Stelle ci sono 7,5 milioni di euro legati al Fondo del microcredito, nato con lo scopo di finanziare progetti umanitari, educativi, culturali e di piccole imprese, e il presidente grillino – senza consultare nessuno – ha già reso noto di voler utilizzare parte di quel gruzzolo per l’accoglienza degli afghani. Ma questo non è piaciuto a tutti…