Le dichiarazioni del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sul nucleare hanno creato un caso politico e aperto il dibattito sull’ambiente. Pur avendo rettificato, spiegando di essere semplicemente aperto ad uno studio delle nuove tecnologie, ha incassato diverse bordate. In primis, l’amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace ha escluso la riproposizione dell’energia dell’atomo in Italia: «Non è realistico riconsiderare lo sfruttamento dell’energia nucleare in Italia», ha dichiarato a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio. A proposito del cosiddetto “nuovo nucleare”, Starace ha chiarito che «non è tanto nuovo come sembra». Poi sono arrivate le parole di Luigi Di Maio: «Conto sul chiarimento che ci sarà con Conte», essendo lui il leader M5s.
Ma comunque è stato chiaro e lapidario: «Bloccherei ogni proposta sul nucleare». Invece per Alberto Bombassei, presidente del gruppo Brembo, il tema dell’energia nucleare con impianti di quarta generazione è «bellissimo e stimolante», perché si tratta di una tecnologia «molto innovativa, non è il vecchio sistema della fissione nucleare».
CEI SU NUCLEARE “ATTENTI A…”
Ma nella serata di ieri il ministro Roberto Cingolani è tornato sul tema spiegando che non ha avanzato alcuna proposta: «Credo che sia stato preso un momento di una lezione fatta a qualche centinaio di studenti in cui raccontavo tra altre cose che Stati Uniti e Francia stanno testando tecnologie che non sono mature e di cui si saprà tra 10-15 anni». Si è quindi detto meravigliato dalla polemica, semplicemente perché il suo orientamento è un altro: «Secondo me guardare a tutte le tecnologie, studiarle, è sacrosanto, ma dov’è la proposta? Io sono in totale buona fede». Quindi, ha ricordato che la Francia ha chiesto all’Ue «di valutare se i reattori nucleari di quarta generazione possono essere valutati verdi».
Quel che si può fare è semplicemente ascoltare e valutare. Ma nel dibattito ha fatto irruzione anche la Cei mettendo in guardia. «Non sempre lo sviluppo è sinonimo di progresso», ha dichiarato il cardinale Gualtiero Bassetti, citando don Tonino Bello. A proposito proprio del nucleare, ha spiegato che «bisogna stare molto attenti a dargli la patente di sviluppo».