Il professor Franco Locatelli, numero uno del Css, il consiglio superiore di sanità, e coordinatore del Cts, ha affrontato alcuni argomenti caldi parlando con il Corriere della Sera, a cominciare dalla questione dell’obbligo vaccinale: «L’introduzione dell’obbligo di vaccinazione anti Covid è una decisione che spetta alla politica. Il premier Draghi e il ministro Speranza sono stati chiari. È una delle opzioni da considerare, attuabile anche in base all’articolo 32 della Costituzione». In Italia preoccupano i circa 3.5 milioni di over 50 non ancora vaccinati: «Dialogo, persuasione e convincimento restano sempre la strada maestra. La scelta di non immunizzarsi nuoce soprattutto a chi la prende. Oltre a “non volersi bene”, significa non voler procedere nella direzione del senso di responsabilità civile. I dati non mentono. Mostrano con chiarezza che il numero dei pazienti vaccinati ricoverati in terapia intensiva è molto contenuto».
Si parla quindi di quello che potrebbe accadere il prossimo autunno, che secondo Speranza sarebbe a rischio nuove chiusure: «Credo che il ministro abbia voluto dire che le chiusure non si possono escludere. Al momento però non ci sono condizioni che prefigurino un’evoluzione dell’epidemia tale da dover ricorrere a queste misure. È un bene, tuttavia, ricordarlo come possibile scenario. La partita del futuro si gioca sulla vaccinazione ma anche su comportamenti individuali responsabili: indossare la mascherina negli assembramenti, distanziamento, igiene delle mani». Nessun problema sulla riapertura delle scuole, e a riguardo Franco Locatelli, a precisa domanda se le teme, ha risposto chiaramente: «No, la riapertura delle scuole è una priorità. Il Paese è in una situazione al momento favorevole e anche un’eventuale crescita dei contagi dovrebbe essere gestibile. Non dimentichiamoci che ha ricevuto almeno una dose di vaccino il 90% del personale scolastico, più del 70% dei 15-19enni e quasi la metà dei 12-14enni. I ragazzi sono stati ammirevoli».
FRANCO LOCATELLI: “SI ALL’ESTENSIONE DEL GREEN PASS E SULLA TERZA DOSE…”
Il coordinatore del Cts si dice favorevole all’estensione del Green Pass: «Tutto ciò che serve a incentivare le vaccinazioni e a rafforzare le condizioni per non rischiare di contagiare o essere contagiati mi trova favorevole. Anche questa, in ogni caso, sarà una decisione politica».
La chiusura è dedicata alla terza dose che dovrebbe scattare nel giro di qualche settimana, inizialmente per i pazienti più fragili, anche se al momento non vi sono ancora certezze: «Si partirà molto presto con i pazienti immunodepressi. È in fase avanzata la discussione per offrire una terza dose agli over 80, ai ricoverati nelle residenze sanitarie assistite, le Rsa, al personale sanitario. Sarà una terza dose del vaccino, al momento, preparata come le prime dosi, impiegando la sequenza del ceppo originario del virus e questa tipologia di vaccino è assolutamente efficace anche nel proteggere dalla variante Delta. Ci si orienterà sui composti basati sulla tecnologia dell’Rna messaggero (Pfizer-BioNTech e Moderna)».