“L’80% dei medici e operatori sanitari non vaccinati come da obbligo contro il coronavirus ancora lavorano“. È la stima della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri. Ciò accade “perché la legge non è applicata“, ha spiegato il presidente Filippo Anelli all’Adnkronos Salute che sottolinea come, per chi fosse sospeso, si tratta di “esercizio abusivo della professione“. Una possibilità che esiste secondo Anelli, per via “degli occhi ‘bendati’ delle Asl“.
Su 106 Ordini in Italia, sarebbero solo una ventina ad aver ricevuto elenchi parziali dei non immunizzati. La norma, ha spiegato Anelli, “non ha dato il mandato agli Ordini professionali di fare la ricognizione degli iscritti che non si sono immunizzati. È un compito affidato alle Asl. E senza questo accertamento noi abbiamo le mani legate”. Filippo Anelli poi ha aggiunto: “La legge, in pratica, non è applicata da 5 mesi. La mancata applicazione sta determinando una non credibilità delle istituzione. Le norme vanno applicate. Se riteniamo che non siano applicabili vuol dire che sono sbagliate e quindi vanno cambiate”.
ANELLI (FNOMCEO): “CHI LAVORA SENZA VACCINO COMMETTE REATO, MAGISTRATURA INTERVENGA”
La Fnomceo si trova in difficoltà a causa dei medici non vaccinati che operano comunque. “Un medico che risulta iscritto all’Albo può esercitare – ha spiegato Filippo Anelli – ma se non ha i requisiti previsti dalla legge e questo non ci viene segnalato dalle Asl c’è una difficoltà da parte nostra a garantire delle liste chiare”. Filippo Anelli ha aggiunto: “Oggi chi lavora senza la vaccinazione commette un reato: esercizio abusivo della professione. Si tratta di un reato e la magistratura deve intervenire”.
Oggi Filippo Anelli ha anche espresso un “forte apprezzamento e sostegno per l’impegno assunto con il Patto di Roma, dal G20 salute, di assicurare l’accesso ai vaccini a tutta la popolazione mondiale, supportando i Paesi in via di sviluppo e di rilanciare l’impianto universalistico dei servizi sanitari”. Sulle terapie Anelli ha invece detto: “Ricordiamo che il medico deve seguire il Codice deontologico. Può prescrivere farmaci non ancora registrati, o approvati per dosaggi o usi diversi, purché la loro tollerabilità ed efficacia sia scientificamente fondata e i rischi siano proporzionati ai benefici”.