Attendere l’approvazione dell’Ema e dell’Aifa per poi procedere verso l’introduzione dell’obbligo vaccinale. Questa l’intenzione manifestata dal premier Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa. A negare che però sia necessario attendere l’ok dell’emnte regolatorio è Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema e consulente del commissario all’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo. Ospite a Timeline su SkyTg24, Rasi ha infatti dichiarato: “Sull’obbligo vaccinale non c’entra niente l’autorizzazione dell’Ema, che è un’autorizzazione completa. E’ una misconcezione che debba essere l’Ema a dire qualcosa sull’obbligo vaccinale di un Paese“. Stando alle parole di chi l’Ema la conosce bene, avendola diretta dall’interno, l’obbligo vaccinale potrebbe essere dunque già varato: cosa ne pensa il governo?
RASI: “TERZA DOSE? PRIMA O POI DOVREBBE ARRIVARE”
Nel corso del suo intervento a SkyTg24, Rasi ha voluto fare anche un altro tipo di precisazione sui vaccini: “So che una delle maggiori perplessità delle persone è ‘cosa succederà tra 10 anni iniettandomi dell’Rna del virus?’. Bene, la domanda è pertinente, ma ricordiamo che il vaccino ci dà una milionesima parte di quell’Rna che il virus non si fa nessun problema a darci in maniera massiva. Ogni particella virale ci dà tutto il suo Rna. Non sappiamo cosa succederà tra 10 anni, ma col vaccino” si verificherà “una milionesima parte di quello che ci succederà col virus. I vaccini non li definirei utilizzando il termine ‘male’ in nessuna accezione, né ‘male minore’ né ‘maggiore’. Sono un bene, non un male“. Come riportato da Adnkrons, Rasi ha parlato anche dell’eventualità di una terza dose: “Su un terzo richiamo vaccinale quello che stiamo aspettando, e speriamo che l’Ema abbia già dati sufficienti, è di capire quando una persona debba essere considerata non più protetta. Alcune categorie sono molto facili” da identificare, “altre un po’ meno. Il livello di anticorpi è uno degli indici che si sta studiando e probabilmente sarà quello usato. Va trovato il punto di individuazione esatto per essere chiari. A livello di salute pubblica – ha proseguito Rasi – potrebbe esserci un trend così sicuro, importante, di tutta la popolazione, che si potrebbe arrivare a dire, dopo 9-12 mesi, che sia comunque necessaria per tutti una terza dose. Attenzione: questo al netto di nuove varianti” di Sars-CoV-2 “che potrebbero arrivare. Adesso, con la variante Delta e stando così le cose, la terza dose prima o poi dovrebbe arrivare“.