La storia di Antonio Pizzarella e della sua neuropatia del pudendo, che lo costringe a convivere quotidianamente con il dolore neuropatico, sta facendo rapidamente il giro del web, ai cui spazi il 26enne padovano, diplomato al liceo classico e con una laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche conseguita presso l’Università di Bologna, ha affidato il suo racconto, nella speranza di poter incrociare gli occhi di un utente che possieda le competenze che lui va cercando e che possano contribuire a offrirgli una via d’uscita dal patimento.
La nevralgia del pudendo lo affligge da tempo e, da circa diciotto mesi, è costretto a letto da una sindrome dolorosa regionale complessa (Crps), diagnosticatagli a settembre 2020: un’algia peggiorata di ricovero in ricovero, sino a quando sono divenuti praticamente insopportabili anche i gesti più semplici della quotidianità. “Mi fa tanto male la faccia, la nevralgia si estende fino ai denti – ha scritto sabato su Facebook –. Sono disperato, nonostante il dolore lancinante, oggi ho macinato chilometri in casa perché non potevo più stare fermo, ma ormai non posso né camminare né stare immobile. Ormai è troppo avanti. Mi hanno aumentato i farmaci al massimo, ma niente, e questa volta non fanno più effetto i vari integratori. La carnitina non fa più effetto da quando il nervo si è reincastrato. Non posso più sentire alcun suono”.
NEVRALGIA DEL PUDENDO: ANTONIO PIZZARELLA CERCA AIUTO SUL WEB
Antonio Pizzarella, l’ha detto lui stesso, è disperato. Il male ha ormai raggiunto un’intensità tale da rendergli insopportabile anche solo mettersi addosso degli indumenti o coprirsi con un lenzuolo. Un suo compagno di classe del liceo ha scritto queste righe toccanti sui social: “Durante questo anno e mezzo Antonio e i suoi genitori ne hanno provate tante. Visite in molti ospedali italiani, medici esperti in materia che hanno dato le loro opinioni a riguardo. Psicologi e psichiatri l’hanno visitato per escludere una patologia mentale. Le sue condizioni in questo momento sono critiche e cerca aiuto. Sia la sua famiglia che noi, i suoi amici, non sappiamo più cosa fare per aiutarlo. Abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno del potere dei social, ossia della condivisione, della possibilità che questo post diventi virale”.
Quali sono attualmente i profili ricercati per aiutare il giovane in questa sua terribile battaglia? Due, in buona sostanza: “Un medico che abbia l’idea giusta” oppure “una persona che come lui ha sofferto dello stesso dolore e che in qualche modo ne è uscita”.