NATIVITÀ DI MARIA. La contempliamo così tanto Madonna – gigante, meravigliosa, assaltatrice –, che pare quasi strano pensarla bambina. Troppe conquiste fatte da Madonna: sposa, profetessa, pellegrina. Per non parlar di quei quattro capisaldi che fanno di Lei l’Intoccabile di Dio: Madre, Vergine, Immacolata, Assunta. Addirittura, nel rosario, Regina. Tutto al maiuscolo, perché la Donna che visse in maniera tanto minuscola, affittò il suo grembo affinché l’Altissimo prendesse casa tra le case di quaggiù. Eppure, par persino ovvio dirlo, Maria non c’è sempre stata, non abita quella Sacra Trinità che esiste da tempi immemori, da quando ancora non c’era il tempo. Maria no: arrivò più tardi, come riparatrice, a rammendar quella stoffa che il porco-Satàn aveva tentato di sfilacciare. Non ha il portento di chi crea con una parola: Sia la Luce. E la luce fu. Ma con una sola parola – Eccomi – diede al mondo la Parola più suggestiva e scandalosa. Che ancora oggi, quando la si pronuncia, spacca il mondo tra bestemmiatori e devotissimi.
Nacque, dunque, Maria. Nacque bambina come tutte le bambine: Mariabambina la chiama così la gente semplice. Nacque in una maniera così umana, che rivederla pare quasi un’eresia pensando a quant’è diventata grande nel tempo: “Una Maria piccolina che potrebbe dormir fra il cerchio di braccia di un fanciullo – così ce la descrive la mistica Maria Valtorta –, una Maria lunga al massimo quanto un braccio, una testolina di avorio tinto di rosa tenue e dalle labbruzze di carminio, che non piangono già più ma fanno l’istintivo atto di succhiare (…) Gli occhietti, due pezzettini di cielo (…) Per orecchie, due conchigliette rosee, trasparenti, perfette. Per manine, cosa sono quelle due cosine che annaspano per l’aria e poi vanno alla bocca? È Maria!”. La Madonna tutta nuda, infante, da sciacquarsi gli occhi con la meraviglia. Un attimo, poi basta: copritela! “Lei che un uomo non vedrà mai più nuda. Coprite questo boccio di giglio che non sarà mai aperto sulla terra e che darà, più bello ancor di Lei, il suo fiore, pur restando boccio”.
Quand’ero piccolo, m’incuriosiva quella statua di Maria Bambina che papà ci aveva regalato un giorno: noi bambini, sinceramente, non ricordo l’avessimo gradita chissà quanto. Pareva strano come regalo, un po’ antiquato, certamente non da mettere tra Lego, puzzle e giochi di Sapientino. Accortosi del nostro non gradimento, papà non la mandò a svernare negli scatolini del presepe, ma se la portò in camera. Staziona ancora là, nella camera dei miei genitori. Col passare degli anni, quando getto dentro un’occhiata, mi è d’una consolazione così beata che mi vergogno di non averla gradita quella volta. Vederla così piccola, senza i capitelli a farle da galera, senza corone tempestate d’oro, mantelli di porpora, mi ricorda che tutti siamo stati bambini una volta, anche Lei! Solo che in pochi ce lo ricordiamo. La guardo: e guardandola, bestemmio nel cuore quel porco di Satana perché quella Bambina è come sarei io, come saremmo noi, se quella volta il maiale non ci avesse fatto cadere nel laccio del peccato. Tra me e Lei la sola differenza, ma che differenza, signori!, è quella cosetta lì: “Maria concepita senza peccato originale”. Tiè, beccati questa Satàn: un esemplare è scampato alla tua matta mattanza. Così, vedendoci così diversi da lei, ti malediciamo.
Oggi è la Natività della Beata Vergine Maria. Buon compleanno alla Donna più donna, donna-delle-donne. Saperla bambina consola e infastidisce: consola saperla piccola, inerme, tra vagiti e lacrime, tra le braccia e in culla. Infastidisce perché, un giorno, mostrerà di non essere solo nata, ma di aver pure scoperto il motivo per cui è nata: non poco. È per questo che invecchiando non invecchia: va accumulando giovinezza. Per chi, invece, sceglie di vivere un po’ a casaccio, la (ma)donna irrita al punto da imprecarla. Per chi, invece, la seguirà, ha parole-finestre: “Nessun rimpianto, figli, per i giorni che vanno: il migliore sarà sempre domani” rincuora tutti. Quando nacque Lei, nacque un nuovo punto di vista.
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