«Le migliori cure per Sebastiano Giovanni Grasso». Questo è ciò che si aspetta il capo della Procura di Catania, Carmelo Zuccaro, per il carabiniere ferito dopo essere intervenuto per aiutare i suoi colleghi a sedare una lite nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati ad Acireale durante la celebrazione della prima comunione. Il vicebrigadiere era fuori dal servizio, in chiesa per celebrare il momento in cui il figlio si accostava per la prima volta al sacramento dell’Eucarestia. Un giorno di festa macchiato da un colpo di pistola che ha cambiato per sempre la vita del carabiniere. Colpito al collo, ha riportato una lesione per la quale ora rischia la paralisi. Tutto per una lite scoppiata per l’assegnazione dei posti in chiesa tra i genitori separati di un bambino. A sparare il nonno di quest’ultimo, Camillo Leocata, che è finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
A convalidarne l’arresto il gip di Catania, Andrea Filippo Castronuovo, secondo cui tale misura non solo è idonea, ma è anche proporzionata ai fatti. Ma i legali dell’indagato, gli avvocati Enzo Mellia e Michele Pappalardo, non escludono il ricorso al Tribunale del riesame.
LA RICOSTRUZIONE DELLA SPARATORIA
Nelle pagine di quel provvedimento è stata ricostruita la dinamica della sparatoria che rischia di procurare una paralisi al carabiniere. Camillo Leocata ha sostenuto di essersi allontanato dalla chiesa durante la funzione per andare a casa a prendere la pistola, in quanto aveva «percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell’ex moglie». Inoltre, ha spiegato di aver sparato «contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio». Il 69enne è rimasto con la pistola in mano, «nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù, il tutto fino all’intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalla mano». In chiesa nel frattempo il caos: le immagini dei video che in quel momento stavano riprendendo la prima comunione mostrano, infatti, i bambini terrorizzati che scappano via. Tra questi anche quello del carabiniere, che era uscito dalla chiesa per portare fuori la figlia più piccola. Proprio in quel momento si sarebbe accorto dell’arrivo dei carabinieri e avrebbe deciso di aiutare i colleghi nel sedare la rissa.
Ora Sebastiano Giovanni Grasso rischia la paralisi perché ha riportato danni al canale midollare, all’altezza di una vertebra cervicale. La prognosi per resta ancora riservata in riferimento al pieno recupero della funzionalità motoria. Ricoverato nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Cannizzaro, versa in condizioni generali stazionarie. Ha continuato la terapia farmacologica e le visite specialistiche per la valutazione della lesione. In particolare, è stato sottoposto ad una nuova serie di controlli necessari per il percorso riabilitativo già iniziato nella degenza in corso, che poi proseguirà dai prossimi giorni nell’Unità Spinale Unipolare.