Le immagini di una giovane docente andata a firmare in abito da sposa l’assegnazione dell’incarico annuale di Matematica per l’IISS Ettore Majorana di Martina Franca, nel Tarantino, ha fatto il giro del web e tra storia romanzata e realtà è scoppiata sempre più la polemica. La protagonista della vicenda è Carmela, che nel giorno più importante della sua vita, quello del matrimonio, è stata costretta a presentarsi all’istituto in abito da cerimonia pur di non perdere il posto appena assegnatole. In un primo momento la stessa scuola aveva pubblicato l’immagine della giovane, salvo poi eliminarla per le tante critiche subite.
Sulla vicenda si era espresso anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ospite della trasmissione “In Onda” su La7 aveva ironizzato sull’accaduto: “Diciamo che è stato il nostro regalo di matrimonio perché lei si aspettava di essere chiamata tra ottobre e novembre e invece siamo riusciti a chiamarla per la supplenza a settembre”. Non è tardata ad arrivare la risposta critica di Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del PCI: “È veramente triste (e grave) che il ministro Bianchi, commentando la ormai celebre foto di una donna, costretta a firmare il suo contratto di lavoro (precario) in abito da sposa, non trovi di meglio che parlare di “regalo”. Il ministro ha giurato sulla Costituzione della Repubblica che sancisce che il lavoro è un diritto. Diritto al lavoro e diritto alla dignità nel lavoro sono elementi irrinunciabili di civiltà, la parola regalo è sintomatica di una concezione irricevibile della società. Il ministro Bianchi è impegnato in questi giorni in una narrazione fantasiosa dell’inizio dell’anno scolastico, nel tentativo di nascondere i grandi problemi irrisolti, ma stavolta ha passato il segno”.
Docente firma in abito da sposa, cos’è accaduto
La polemica va oltre il botta e risposta tra Patrizio Bianchi e Luca Cangemi, da giorni infatti il web non parla d’altro. La stessa giovane, Carmela Santoro, sui social ha commentato scrivendo la verità di quella giornata: “Rispondo perché ne sto leggendo di ogni. Non è un posto fisso ma un semplice contratto annuale. Sono stata costretta (scritto in caratteri maiuscoli, ndr) ad andare a scuola a firmare, altrimenti avrei perso un anno di lavoro. Purtroppo la gente parla senza sapere”.
Carmela, secondo quanto riportato dalle testate locali, ha preso una decisione importante nel giorno del suo sì al suo promesso sposo. Infatti non andando a firmare quel giorno avrebbe di certo subito danni economici, con la decorrenza che sarebbe slittata alla presa di servizio effettiva dietro i banchi. Per chi l’ha accusata di poter delegare la firma sull’assegnazione dell’incarico è arrivata la smentita secca, con al massimo la possibilità di posticipare la firma con un valido motivo.