Oggi è «il Green Pass per evitare il lockdown», ieri era invece il lockdown «per evitare la catastrofe di vite»: se sul primo assunto si sta discutendo non poco in politica, anche all’interno dello stesso Governo Draghi, sul secondo punto sembra ormai essere stato “accettato” da tutti, seppur non avendo affatto amato il dover restare chiusi in casa con anche il coprifuoco. Ebbene, secondo il professore universitario Franco Battaglia il continuare a “minacciare” gli italiani dicendo che senza le restrizioni saremmo finiti «come il Brasile di Bolsonaro», ecco in realtà sarebbe falso.
Quasi 130mila morti positivi al Covid sono morti dall’inizio della pandemia in Italia: si potevano evitare, si chiede e si risponde il docente citando i dati raccolti a livello internazionale dalla John Hopkins University. «130.000 morti pesano come macigni sulle coscienze di: Sergio Mattarella, Giuseppe Conte, Roberto Speranza, Cts», attacca il professore nel suo lungo reportage su “La Verità”. L’Italia è al settimo posto al mondo (tra i Paesi sopra i 10milioni di abitanti) per numero di morti per milione d’abitanti: 2.150, ben al di sopra della media Ue che è ferma a 1.700. Non abbiamo neanche fatto meglio del Brasile del “reazionario” presidente Bolsonaro, eppure non pochi nel Centrosinistra continuano a riferire la medesima litania: «Il fatto è che abbiamo affrontato la pandemia facendo tutto quel che non avremmo dovuto, ed evitando di fare quel che avremmo dovuto», è il commento lapidario di Battaglia.
“IL MODELLO ITALIANO NON È UN MODELLO”
Nello specifico, il lockdown “all’italiana” non ha salvato «neanche una vita. Neanche una! E che ci si continui a minacciare di possibili chiusure, questo sì, presidente Mattarella, è immorale»: è durissimo il docente che prosegue nel paragone con la Svezia, l’unico Paese in Europa che ha proseguito fin dall’inizio della pandemia senza un vero e proprio lockdown. «L’evoluzione qualitativa degli effetti della pandemia è stata identica in tutti questi Paesi, con molti meno decessi per milione in Svezia che altrove. Per esempio, 2.150 in Italia e 1.450 in Svezia. Cosicché, quando si osserva un calo di eccesso di mortalità esso è dovuto non alle misure di lockdown (assenti in Svezia) ma all’evoluzione naturale del virus»: certo, spiega ancora Battaglia, la Svezia rispetto ad altri Paesi scandinavi ha avuto un maggior numero di morti, ma questo è dovuto al fatto che a Stoccolma non hanno intrapreso alcuna prevenzione particolare, mentre in Finlandia, Danimarca e Norvegia hanno attuato una fortissima fase di tracciamento e screening, sulla scia di Corea e Giappone, dove i numeri stanno dando loro ragione. «Vi chiederete come mai non si accorsero il ministro degli Esteri dei successi della Sud Corea e quello della Sanità del fallimento del lockdown. Non è difficile rispondere: basta declamare nome e cognome dei ministri, si fa per dire, competenti a quei dicasteri», è la pietra tombale finale lanciata da Battaglia contro Di Maio e Speranza (e ancora di più contro il secondo Governo Conte più in generale).