Sul caso di Laura Ziliani non mancano aspetti da chiarire, come emerso dall’ultima puntata di Iceberg Lombardia. Le figlie negano di avere un qualunque coinvolgimento nella morte della madre, in attesa del test tossicologico alla luce del dettaglio legato ad una tisana svelato da una vicina di casa alle forze dell’ordine dopo una confidenza fatta uh mese prima dalla stessa vittima. Secondo l’avvocato Taormina, dopo l’autopsia poco fruttuosa si starebbero cercando altri esami per capire come siano andate le cose.
Tante le ipotesi, tra cui quella del suicidio: “Dalle indicazioni che abbiamo, da investigatore tendo ad escludere il suicidio e l’incidente. Per me è omicidio”, ha commentato Celeste Bruno alla trasmissione di Telelombardia. L’assenza di acqua nei polmoni fa inoltre ipotizzare che possa essere stata uccisa – se di omicidio si tratta – già in precedenza. Questo aspetto andrebbe anche ad escludere il suicidio. Il sindaco di Temù ha ammesso: “Era una famiglia un po’ strana, litigavano continuamente però erano anche soggetti un po’… Gli ultimi giorni era preoccupata per la decisione delle figlie di fare il B&B, avevano ormai adottato la madre come lavandaia”. Addirittura Laura Ziliani avrebbe confidato ad un’amica di “avere paura degli scatti delle figlie”, come ha riferito il sindaco di Temù. Lo stesso ha riferito della presenza di un furgoncino preso a noleggio usato per dei lavori svelando come nei giorni scorsi avessero buttato dei materassi. Proprio lei pare avesse ordinato dei materassi nuovi prima della sua scomparsa, sebbene fosse stata lei stessa a dirsi contraria al B&B, come mai? (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Laura Ziliani e la strana scomparsa dell’8 maggio: due figlie indagate per omicidio
Sono trascorsi poco più di quattro mesi dall’inizio del giallo legato all’incredibile morte di Laura Ziliani ed oggi il caso sarà al centro della prima puntata stagionale di Quarto Grado che ripercorrerà l’intera vicenda. Tutto ha inizio l’8 maggio scorso, con la misteriosa sparizione della donna, ex vigilessa. Sarebbe uscita per una passeggiata in montagna per non tornare mai più. Tre mesi esatti dopo, lo scorso 8 agosto, il suo corpo senza vita è stato trovato a Temù, in Val Camonica. Due delle tre figlie della donna, le stesse che avevano lanciato disperate l’appello dopo la scomparsa, risultano ora indagate con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Con loro anche il fidanzato della primogenita.
Secondo le indagini si parlerebbe di un movente di natura economica. Stando alle indiscrezioni, pare che l’idea di trasformare la villetta di famiglia in un bed&breakfast non sia stata gradita da tutti, creando malumori ed accese discussioni. Tuttavia restano ancora numerosi i dubbi attorno alla vicenda, a partire dalla natura del decesso di Laura Ziliani: sul corpo, rinvenuto senza vestiti e con il capo rasato, non sarebbero emersi segni di violenza, dunque sarà utile un’analisi degli organi interni al fine di confermare o meno l’ipotesi dell’avvelenamento. L’assenza di fratture, come riferisce Blitz Quotidiano, porterebbe anche ad escludere il trascinamento del cadavere dalla corrente del fiume Oglio. Alla luce di ciò appare difficile anche pensare ad un incidente in montagna.
Morte Laura Ziliani: giallo su cause, omicidio?
Sarà l’esame tossicologico a svelare se realmente Laura Ziliani sarebbe stata avvelenata come ipotizzato dagli inquirenti. Nel frattempo le figlie indagate hanno deciso di trincerarsi dietro un muro di silenzio. A tentare di raccogliere la loro versione è stata nei giorni scorsi una inviata della trasmissione Pomeriggio 5 che ha raggiunto le sorelle Paola e Silvia Zani, di 28 e 19 anni. Una volta suonato alla porta di casa, Paola non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione: “Non sono interessata a parlare”, si è limitata a dire.
Più dura la replica della sorella Silvia, che intercettata dalla giornalista all’ingresso della sua abitazione ha sbottato: “Mi dia il suo nominativo che l’aggiungo alla lista delle persone da querelare”. Silenzio totale, dunque, da parte delle due giovani figlie indagate, mentre Barbara d’Urso si è limitata a precisare che “ovviamente la nostra inviata stava facendo il suo lavoro come tutti i giornalisti”. Intanto sul caso è stata intervistata anche la nota criminologa Ursula Franco che tra le pagine web de Le Cronache Lucane ha dichiarato: “In casi come questo, vanno prima prese in considerazione le ipotesi dell’incidente e del suicidio e poi, solo in caso di incongruenze, quella omicidiaria. È invece un grave errore ipotizzare l’omicidio e cercare conferme”. L’esperta, inoltre, ha sottolineato l’importanza di una autopsia psicologica per accertare o escludere un quadro depressivo a carico della vittima.