Non ce l’ha fatta purtroppo Mattia Grotto, il ragazzo di 29 anni ricoverato a causa di un malore accusato lo scorso 2 settembre mentre era in vacanza a Caorle e morto presso l’Ospedale Civile di Venezia dove era stato ricoverato d’urgenza: originario di Zanè, in provincia di Vicenza, Grotto è spirato dopo sei giorni di coma farmacologico durante il quale i medici hanno provato a tenerlo in vita prima che il suo cuore smettesse di battere. Tanti i messaggi di cordoglio per Mattia e per la sua famiglia oltre che la compagna, ma tante erano state già le manifestazioni di affetto nei suoi confronti nei giorni del ricovero e nell’attesa di buone notizie che non sono arrivate.
Stando a quanto si apprende, Grotto si è sentito male mentre stava facendo il bagno sul litorale di Caorle: il malore è arrivato all’improvviso cogliendolo mentre era in acqua nel tratto antistante la spiaggia di Ponete. Soccorso dal personale della spiaggia, il suo corpo era stato subito recuperato dagli uomini della Guardia Costiera della località di villeggiatura che fa parte della Città Metropolitana di Venezia: vista la gravità della situazione si era deciso per il ricovero d’emergenza presso la struttura sanitaria lagunare dove tuttavia è deceduto nelle ultime ore senza mai più risvegliarsi anche a causa del fatto che probabilmente aveva trascorso troppi minuti sott’acqua privo di sensi.
MUORE A 29 ANNI PER UN MALORE IN ACQUA: DRAMMA IN SPIAGGIA A CAORLE
La dinamica dell’incidente non è chiara ma da quello che si sa, Grotto si era immerso nelle acque del mare per non riaffiorare più: un’amica aveva provato a soccorrerlo e un bagnino ha praticato pure un massaggio cardiaco per tentare di rianimarlo in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso che poi lo aveva trasportato presso il “Santi Giovanni e Paolo” di Venezia. Il rilevamento dell’elettroencefalogramma piatto lo scorso lunedì aveva infranto poi quasi tutte le speranze prima della notizia del decesso e di quella della donazione degli organi rispettando quello che era il volere di Mattia.
La sua vicenda era divenuta tuttavia di pubblico dominio già negli scorsi giorni quando la madre di Mattia aveva pubblicato sui social network una emozionante dedica al figlio: citando una frase dello scrittore tedesco e Premio Nobel Herman Hesse, mamma Evelina aveva scritto: “Se so cos’è l’amore è grazie a te”. Parole dolorose da rileggere oggi, ripensando alla lunga agonia del 29enne e che oggi viene salutato da amici e conoscenti con tantissimi messaggi di cordoglio e di affetto. Tra questi alcune testate locali hanno messo in evidenza quello di una sua ex insegnante di inglese delle superiori che lo ricorda con un aneddoto relativo a una verifica andata molto bene: “Tu con quello sguardo finto timido stampato su di una faccia da canaglia mi guardi e mi dici: ‘Prof, lei è troppo forte, non voglio più deluderla!’ Mattia ti porterò sempre con me”.