Un nuovo fantasma si aggira per l’Europa. Anzi, per il mondo. Si tratta delle criptovalute, gioia e dolore di ogni investitore che si rispetti. Sì, perché nonostante il crescente successo che questo strumento virtuale sta conoscendo, di lui si sa quasi nulla. E mentre pochi operatori avveduti riescono a lucrarci sopra, i tanti sprovveduti rischiano di rimetterci le penne.
Secondo informazioni raccolte dalla Consob, che non può possedere dati precisi per la fluidità del fenomeno, sono almeno 3 i miliardi truffati in Italia attraverso l’esca di siti pirata che promettono faville bruciando poi speranze e risparmi. Di questi siti la Consob ne ha fatti chiudere trecento e ne espone l’elenco. Basterebbe dargli uno sguardo prima d’impegnare i propri soldi.
Il problema è che la moneta virtuale rappresenta allo stesso tempo un’opportunità e una minaccia. La minaccia è rappresentata appunto dalla scarsa conoscenza del fenomeno e dalla massiccia presenza di malintenzionati nel circuito. L’opportunità è legata al futuro, quando questo tipo di valuta rappresenterà la normalità e sarà probabilmente adottato in tutto il mondo.
Certo, si pone il problema non secondario del destino cui abbandonare gli istituti di credito una volta che il sistema dei pagamenti dovesse passare alle banche centrali come sembra debba avvenire per la migliore gestione del nuovo sistema. E occorre fare i conti con il livello di preparazione digitale di persone che non sono ancora in grado di provvedere a se stesse.
Ma, come si sa, è assai difficile se non impossibile fermare il cammino impetuoso del progresso. E quando le tecnologie sono mature per un salto, anche se rischioso, la politica difficilmente può mettere in freno. Sarebbe già molto che riuscisse a indicare una direzione e la globalizzazione complica le cose, perché qualsiasi soluzione non può che avere una scala globale.
Alzando lo sguardo sul mondo, ci accorgiamo che solo la Cina mostra di procedere con qualche sicurezza lungo questa strada. Ma si tratta di una democratura, una democrazia illiberale che non ha bisogno di estenuanti confronti interni per funzionare e sa colpire con forza e tempestività qualsiasi comportamento che non sia gradito al partito e al governo.
Del resto, è opinione comune che l’ex Impero Celeste sia l’unico a manovrare con qualche competenza l’innovativa diavoleria finanziaria e di possedere la tecnologia per entrare nei codici cifrati che la contraddistinguono. Riuscendo, con questo, a controllare emissioni e destinazioni. Se non è vera, la storia è molto verosimile e tutti i Paesi mostrano di crederci.
L’Europa è ingessata come spesso le capita e guarda all’America che prende tempo in attesa di farsi un’idea più chiara dei vantaggi e degli svantaggi che possono venire da un’accelerazione del passo. Una cosa è certa: tutti sanno che col fantasma occorre fare i conti, ma nessuno vuole stuzzicarne le reazioni prima del tempo. Un tempo che, come esperienze in altri campi insegnano, sfugge ormai al controllo di chiunque.