Si chiama Somane Duula, ha 26 anni e ora si ritrova in carcere dopo che nel weekend ha accoltellato 4 persone sul bus a Rimini e ferito gravemente un bambino di 5 anni: mentre il caso di cronaca è giunto fino alle polemiche politiche in Parlamento, con lo scontro molto acceso tra la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il leader della Lega Matteo Salvini, emergono numerosi dettagli circa quanto avvenuto durante l’attacco e anche nei giorni precedenti.
Le fonti di indagine del “Messaggero” riportano come il ragazzo originario della Somalia fosse sotto l’effetto di stupefacenti (avrebbe sniffato cocaina), o quantomeno è quello che ha dichiarato alle Forze dell’Ordine. Nelle prossime ore l’interrogatorio di garanzia chiederà conto al 26enne somalo il perché di quell’azione sconsiderata, ma si trova in una posizione delicatissima essendo accusato di tentato omicidio, lesioni e rapina. Per fortuna il piccolo bimbo bengalese ferito all’addome si è salvato nelle scorse ore e si ritrova ovviamente ricoverato per osservazioni. Sempre il “Messaggero” riporta di come Duula fosse in Italia da solo 2 mesi, ospite in una struttura della Croce Rossa a Riccione: aveva già fatto richiesta di protezione umanitaria e stava attendendo che la commissione decidesse in merito allo status di rifugiato. Se vengono esclusi al momento legami con il mondo terroristico islamico, si scava nel passato del 26enne nei suoi precedenti domicili in Svezia, Germania, Olanda e Danimarca. Inoltre, come ha spiegato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, «Perché una persona che aveva già dato segni di alterazione girava liberamente?»; dello stesso avviso il leader della Lega che accusa le autorità e il Viminale di non prestare attenzione a casi del genere.
LE SEGNALAZIONI SUL 26ENNE SOMALO PRIMA DELL’ATTACCO
Al momento, gli unici fatti certi riguardano la dinamica iniziale dell’aggressione: sabato sera alle ore 19 sul filobus 11 tra Riccione e Rimini due addette al controllo hanno chiesto al somalo di mostrare il biglietto e lui ha reagito tirando fuori il coltello e ferendole entrambe. Poi ha minacciato l’autista e ha cercato di fermare diverse auto in corsa, finché ha provato a rubare un portafoglio ad un uomo che si è però difeso chiudendosi in auto: a quel punto, Duula ha rivolto l’arma contro i passanti, colpendo altre due donne e infine il bimbo bengalese (in giro con la madre e il fratellino, ndr) con un fendente alla gola. Dai racconti presenti oggi sul “Corriere della Sera” di alcuni testimoni indiretti della tentata mattanza, particolarmente rilevante è quello di Rita Rolfo, responsabile di Croce Rossa Rimini: il somalo si trovava infatti presso le loro strutture fino a pochi giorni prima, «Lo avevamo segnalato alla Prefettura, con due email di posta elettronica certificata, perché aveva manifestato atteggiamenti aggressivi». Rolfo racconta che il ragazzo era stato loro affidato per essere poi ricollocato altrove e non sarebbe dovuto affatto uscire: «ma non possiamo recludere gli ospiti. Aveva seguito qualche corso d’italiano online ma era un po’ strano. Spero che adesso non vengano infangati i nostri risultati: con il nostro lavoro abbiamo contribuito a tante storie felici di integrazione e inserimento», conclude la responsabile della CRI di Rimini.