Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di Rai Uno “Unomattina” nella giornata di oggi, mercoledì 15 settembre, intervenendo su un argomento decisamente attuale: la possibile nascita del Prosek croato, chiaro ed evidente “sfruttamento” di un nome e di una storia interamente italiani. Come riferito dall’esponente della Giunta Draghi, “sarebbe un’istituzionalizzazione dell’Italian sounding e non avrebbe senso. La produzione del Prosecco è la prima dop vitivinicola italiana, cinque volte più grande della seconda dop. C’è un settore intero che vive con il Prosecco, con un’alta percentuale di esportazione”.
La situazione, in questo momento, è la seguente: il governo croato ha chiesto l’autorizzazione all’uso del marchio Prosek ed entro 60 giorni dall’eventuale assenso della commissione di Bruxelles alla richiesta, il nostro Paese potrà fare opposizione in modo adeguato, compatto, facendo squadra all’interno del Ministero. “Stiamo già lavorando a un tavolo tecnico che dia risposte nel modo giusto, perché le motivazioni dovranno essere fornite nella maniera corretta”, ha chiosato.
STEFANO PATUANELLI: “AL G20 CHIEDERÒ DI FIRMARE UNA CARTA…”
Sulla vicenda del Prosek croato, Patuanelli ha poi rammentato che il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto sono le due regioni nelle quali si concentra maggiormente la produzione. Ieri, ad ogni buon conto, la Commissione di Bruxelles ha semplicemente dato il via libera all’inizio del processo autorizzativo, che consta poi della fase di verifica. La valutazione nel merito, quindi, deve ancora avvenire.
Intanto, ci si chiede se l’agricoltura italiana sia pronta alla sfida della sostenibilità: “La risposta è sì – ha precisato il ministro – e chiediamo che siano pronte anche le agricolture di tutti gli altri Paesi mondiali, in quanto serve un processo globale. Le nostre aziende hanno compiuto una strada già importante verso la sostenibilità, che potrà essere implementata con le risorse della nuova Pac fino al 30%. Il percorso, però, deve essere internazionale e questo fine settimana a Firenze chiederò di sottoscrivere una vera e propria carta di sostenibilità dell’agricoltura. Il G20 deve essere un momento in cui ci si impegna e non ci si limita unicamente a parlare”.