Il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, ha rilasciato nelle scorse ore un’intervista ai microfoni del canale israeliano Canale 12, e nell’occasione si è detto assolutamente convinto di quanto fatto, il “rapimento” del nipote, al momento in Israele proprio col nonno. “Io non riesco proprio a capire quello che mi stai chiedendo – dice Shmuel Peleg parlando con la giornalista israeliana – ho ricevuto un’opinione legale e sono passato per la frontiera con una regolare vidimazione dei passaporti”.
Alla domanda se non ha paura che un giorno Eitan, in futuro, possa leggere su internet quanto accaduto, nonché il conflitto che si sarebbe creato fra la famiglia della madre e quella del padre, il nonno replica, non riuscendo a trattenere le emozioni e le lacrime: “Mi dirà, nonno hai fatto tutto il possibile per salvarmi”. Quindi ha aggiunto, pensando alla figlia Tal, morta durante la terribile tragedia della funivia del Mortarone: “Quando mia figlia un giorno mi incontrerà in cielo sarà fiera di me che ho salvato suo figlio, che l’ho portato a casa sua”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASO EITAN, GUERRA TRA FAMIGLIE PER EREDITÀ E RISARCIMENTI? ZII PATERNI VERSO ISRAELE
La vicenda del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, sarà al centro della nuova puntata di Quarto Grado. Il dramma personale del piccolo ha inizio il 23 maggio scorso, quando i suoi genitori ed i bisnonni persero la vita nell’incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone. Eitan fu l’unico superstite ma il destino con lui è stato così beffardo da renderlo protagonista di una doppia tragedia proprio mentre iniziava poco alla volta a tornare a sorridere.
Nei giorni scorsi il nonno Shmuel Peleg lo ha portato via con l’inganno in Israele. Secondo gli zii del bambino si sarebbe trattato di un vero e proprio rapimento. La polizia israeliana, dopo aver sentito l’uomo lo ha posto ai domiciliari fino alla giornata odierna mentre la zia paterna che esercita la tutela del piccolo ha chiesto al Tribunale per le questioni familiari di Tel Aviv il rientro del piccolo in base a quanto previsto dalla Convenzione dell’Aja. Ieri mattina, Aya Biran e Or Nirko, gli zii paterni di Eitan sono usciti dalla loro abitazione dove fino allo scorso sabato vivevano insieme al nipotino, ma ai giornalisti, come riferisce Il Giorno, non hanno rilasciato dichiarazioni. Entrambi dovrebbero presto partire verso l’Israele nella speranza di poter vedere Eitan in attesa dell’udienza fissata per il 29 settembre prossimo. L’auspicio è quello di riuscire a fare rientro a Pavia insieme al piccolo di 6 anni conteso dalle due famiglie, quella materna e paterna.
Rapimento Eitan: c’entra l’eredità? “Movente economico”
Quale sarebbe la vera ragione della guerra in atto tra le due famiglie e che vedrebbe il piccolo Eitan nel mezzo? A fare luce su quelle che fino a qualche giorno fa erano solo mere ipotesi è stato lo zio del bambino, Or Nirko, che come riferisce La Repubblica ha spiegato: “Non sappiamo per certo se dietro al sequestro ci siano interessi economici. Io presumo che loro (la famiglia Peleg, ndr) non abbiano ancora fatto l’atto per l’eredità del bisnonno, una persona molto ricca, anche lui vittima della tragedia del Mottarone”.
Potrebbero esserci ragioni legate all’eredità, dunque, dietro il rapimento di Eitan da parte del nonno. Il marito della zia affidataria Aya Biran ha proseguito: “Può essere che l’erede principale fosse la mamma di Eitan e, di conseguenza, anche Eitan fosse il prossimo in linea di successione di un grande patrimonio”. E’ possibile dunque che l’azione del nonno materno Shmuel Peleg abbia avuto un movente di natura economica: “E’ una possibilità”, ha proseguito lo zio Or Nirko. La questione “soldi” era già stata affrontata un mese fa dai Peleg, in particolare da Esther “Etty” Cohen, la nonna indagata insieme all’ex marito per sequestro di persona aggravato la quale in una intervista a Israel Hayom disse: “La storia di Eitan ha toccato il cuore di tante organizzazioni e associazioni benefiche in Italia, tra cui la comunità ebraica e persino il Giro d’Italia. Finora sono stati raccolti centinaia di migliaia di euro, senza contare i risarcimenti delle compagnie assicurative. Quindi forse il denaro ha un ruolo qui”. Una sorta di accusa diretta alla zia ed al marito. Al centro dell’interesse, oltre all’eredità dunque ci sarebbero anche i soldi legati ai risarcimenti. Nel caso del piccolo, c’è chi ipotizza che il risarcimento complessivo possa aggirarsi attorno a qualche milione di euro.