Serve ancora prudenza e massima attenzione nella lotta contro il Covid-19, perché la battaglia non ha ancora un vero vincitore e il rischio è sempre dietro l’angolo. Ma ora che i numeri stanno migliorando anche il responsabile della campagna vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso chiede una revisione delle misure, magari alleggerendo l’utilizzo della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale: “Si continua ad essere prudenti, ma magari qualcosa che crea disagio come mascherine e distanziamento merita di essere riveduto e corretto, non dico abolito ma magari riorganizzato”.
Bertolaso ha infatti sottolineato: “Io credo che se i numeri continueranno a essere così positivi, non solo in Lombardia ma anche in tutte le altre regioni d’Italia, con qualche rara eccezione si può anche immaginare di dire che, laddove una Regione è in zona bianca da più di tre mesi, certe misure potrebbero anche essere alleggerite. Quindi l’uso della mascherina al di là dei luoghi molto affollati può essere in qualche modo ridotto. Con i numeri e con i dati che stanno migliorando, si può anche pensare di ridurre le misure per l’utilizzo della mascherina. Questo non vuol dire che dobbiamo mollare la presa ma bisogna continuare a stare molto attenti”.
Guido Bertolaso: “Nuova ondata da escludere”
Abbassare la guardia potrebbe causare un nuovo ritorno dei contagi, che nelle ultime settimane sono rimasti contenuti anche grazie al numero di vaccinati che giorno dopo giorno aumenta sempre più. Con l’estate alle spalle e l’avvio dell’anno scolastico ormai a regime in tutta Italia, il rischio di un nuovo balzo dei positivi non è da escludere, ma di certo non si tratterà di una nuova ondata che potrebbe costringere nuovamente a prendere delle decisioni dure come quelle che l’esecutivo ha preso lo scorso autunno.
A sottolinearlo è lo stesso Guido Bertolaso, che ha ammesso: “Avete visto i numeri, ma se dovesse accadere non ci troveranno impreparati”. Sulla terza dose ha poi aggiunto: “Nel momento in cui il generale Figliuolo ci dirà di partire con le Rsa (circa 80mila persone), con gli over 80 (circa 680mila) e i sanitari (396mila), noi da metà ottobre siamo pronti. Aspettiamo le indicazioni del governo e di Figliuolo, non diciamo: siamo bravi e partiamo prima. Aspettiamo come abbiamo sempre fatto”.