Mauro Rango, il fondatore di ‘Ippocrateorg.org‘ ospite a ‘L’Aria che tira’ su La7 ha parlato della cura del Covid attraverso terapie domiciliari alternative al vaccino: “La informo – ha detto rivolgendosi alla conduttrice Myrta Merlino – che ancora oggi se una persona si ammala il protocollo è vigile attesa. Invece noi interveniamo con ivermectina e azitromicina in prima fase e interveniamo in seconda fase con cortisone”.
Secondo quanto detto da Mauro Rango, con cure alternative si può guarire dal Covid-19 in cinque giorni, scongiurando gli effetti avversi del vaccino: “Ci sono alcune persone che due giorni dopo il vaccino hanno sviluppato una miocardite grave, allora io se so che in cinque giorni mi posso curare perché dovrei vaccinarmi?”. Rango si è poi rivolto all’altro ospite di ‘L’Aria che tira’, Alessandro Cecchi Paone: “Io ho curato anche altri suoi colleghi di altre emittenti televisive. Abbiamo curato 60 mila pazienti con solo 9 decessi”.
MYRTA MERLINO A MAURO RANGO: “MA MICA LEI E’ MEDICO…”
Myrta Merlino, conduttrice de ‘L’aria che tira’, ha chiesto a Mauro Rango, sottolineando come non fosse medico, chi fossero i colleghi televisivi curati in modo alternativo contro il Covid e il fondatore di ‘Ippocrate.org’ ha risposto: “No, non posso c’è il segreto professionale su questo”. A quel punto Cecchi Paone ha detto a Rango: “Addirittura? Ma mica è un medico lei, non c’è nessun segreto professionale! La smetta di fare disinformazione c’è di mezzo la salute e la vita delle persone”.
Il fondatore di ‘Ippocrate.org’ ha poi fornito a Cecchi Paone un link di un sito in cui trovare le informazioni sui farmaci adottati dalla terapia utilizzata da Mauro Rango e soci. Cecchi Paone però lo ha fermato, dicendogli: “Io non vado sui siti a leggere stupidaggini su internet, io faccio il divulgatore da 45 anni e so dove si leggono le cose, non su internet. Apprendista stregone!”. Mauro Rango ha infine messo in dubbio la strategia dell’Italia contro il Covid: “In Lombardia si moriva a un tasso del 17%, in Germania in alcune zone era del 2% con la stessa infettività. Ho interpellato una serie di medici in giro per l’Italia per capirne i motivi”.