La morte di Samuele Gargiulo, il bambino di soli 4 anni caduto dal balcone a Napoli mentre si trovava in braccio al domestico, Mariano Cannio (38), ha sconvolto l’Italia intera. Oggi, mercoledì 22 settembre, andrà in scena l’ultimo saluto al piccolo, con il funerale che si terrà presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli (ieri l’autopsia sul corpicino del piccolo). Una tragedia immane, considerato inoltre che i genitori stanno per avere un altro figlio: la madre di Samuele è incinta, all’ottavo mese di gravidanza.
A “Storie Italiane” è stato approfondito il profilo di Cannio, raccogliendo alcune testimonianze dei residenti del quartiere, che hanno sottolineato che nessuno avesse mai sospettato che quell’uomo potesse essere pericoloso, dal momento che lavorava anche presso le abitazioni di altre famiglie in qualità di domestico. Stando alle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti durante l’interrogatorio, il bimbo, approfittando di un problema di salute momentaneo della mamma, che era andata in bagno, si sarebbe diretto in cucina, arrampicandosi su una sedia per raggiungere delle merendine. Il domestico, a quel punto, l’avrebbe preso in braccio e avrebbe chiacchierato un po’ con lui, raccomandandogli di fare gol durante la partita di calcio che avrebbe disputato di lì a poco.
MORTE SAMUELE GARGIULO, IL DOMESTICO: “SONO AFFETTO DA SCHIZOFRENIA”
In prossimità della ringhiera, stando a quanto affermato dal domestico, quest’ultimo avrebbe avuto un capogiro e si sarebbe sporto per vedere chi stesse parlando per strada. A quel punto, inspiegabilmente, avrebbe mollato la presa e lasciato precipitare il bambino nel vuoto. Successivamente, si sarebbe dileguato dall’abitazione, dirigendosi nel rione Sanità.
“Avevo una fame nervosa scaturita dalla paura – ha detto alle forze dell’ordine Cannio –. Dopo aver mangiato la pizza, sono tornato a casa e mi sono messo sul letto a riposare. Dopo un po’ sono sceso nuovamente per strada e ho raggiunto un bar in via Duomo, dove ho ordinato un cappuccino e un cornetto. Poi, la polizia mi ha trovato a casa. Attualmente sono in cura al centro d’igiene mentale, perché sono affetto da schizofrenia. La cura che mi viene somministrata prevede un’iniezione al mese. La famiglia Gargiulo non sapeva assolutamente niente della mia malattia”.