Avrebbe insultato i funzionari del partito di governo su una chat Telegram e per questo è finito in manette. Parliamo del 16enne cambogiano Kak Sovann Chhay, che dal giugno scorso è rinchiuso in galera con l’accusa di oltraggio alle autorità il cui processo prenderà il via il 29 settembre. Per il giovane, affetto da autismo, non si tratta della prima esperienza in manette: in precedenza era stato arrestato per essere entrato nell’ex quartiere abbandonato del CNRP (Partito della Salvezza nazionale della Cambogia di cui il padre faceva parte) per portare a casa alcune bandiere da mettere in camera.
Il giovane, secondo quanto ricostruito, avrebbe inviato dei messaggi contro il governo nazionale reagendo con rabbia alle affermazioni di un altro iscritto alla chat dell’app di messaggistica. Alterato dalle accuse dell’utente sul padre, definito “traditore del paese”, Kak Sovann Chhay non ci ha visto più insultando i funzionari. Da lì il destinatario dei messaggi ha inviato la chat alle autorità e pochi minuti dopo 20 agenti sono andati a prelevarlo senza alcun mandato. Sovann Chhay, stando alle notizie provenienti dalla Cambogia, rischia fino a due anni di carcere.
16enne autistico in galera, la preoccupazione del legale
Il giovane Kak Sovann Chhay, affetto da autismo, ha una storia particolare alle spalle. Come riferito dalla madre alla BBC, il 16enne “riesce a dire poche parole” e non ha parlato fino all’età di nove anni. Il padre, Kak Komphear, era un membro anziano del Partito della Salvezza nazionale della Cambogia ed è in carcere da anni come oppositore politico. Il 16enne ha seguito le sue orme e non si è mai tirato indietro nel far critica al governo. Ad aprile inoltre è stato ricoverato in gravi condizioni dopo un pestaggio subito da due uomini che lo hanno colpito con un mattone. Gli assalitori non sono mai stati trovati, ma il mandante sembrerebbe essere il primo ministro Hun Sen, al potere da ormai 36 anni.
L’avvocato del 16enne è l’unica persona che ha potuto vederlo in questi mesi e ha mostrato tutto il suo timore per l’esito della vicenda: “Non riesce a dormire quindi si siede a terra e canta ogni notte. Gli altri prigionieri si arrabbiano con lui. Viste le sue condizioni, siamo preoccupati che possano fargli del male”.