Negli ultimi giorni sarebbero emerse notizie che sembrerebbero aggravare ulteriormente la posizione di Massimo Adriatici, l’assessore leghista il quale la scorsa estate ha esploso un colpo di pistola a Voghera, uccidendo Youns El Boussettaoui. E’ quanto reso noto nel corso dell’ultima puntata di Lombardia Nera che ha riacceso i riflettori sul caso. In questi giorni sono emerse delle chat tra il nuovo assessore – che ha preso il posto di Adriatici – che lo scorso giugno asseriva che per ripristinare la sicurezza sarebbe stato opportuno iniziare a sparare.
Ulteriore novità è legata alla perizia balistica depositata dagli avvocati della vittima e che sottolinea come l’assessore leghista fosse solito andare in giro con proiettili “vietati perfino in guerra”. Gli stessi usati per uccidere il 39enne marocchino sebbene fossero vietati da anni anche nel nostro Paese. Rispetto alla chat su Whatsapp tra assessori, questa risalirebbe allo scorso giugno, circa un mese prima del delitto ma sarebbe spuntata solo ora grazie a Giampiero Santamaria.
Omicidio Voghera: nuovi guai per Adriatici?
Dopo le ultime notizie il comune di Voghera trema anche se il sindaco ha preferito chiudersi nel silenzio, mentre da più parti vengono chieste le sue dimissioni. Intanto sul fronte dell’inchiesta arriva una svolta: delle tre telecamere che puntano sulla pizza dove è avvenuto l’omicidio, quella fondamentale e che avrebbe potuto riprendere i momenti salienti della lite tra il politico e l’immigrato non ha ripreso nulla. “Non funzionava”, hanno fatto sapere fonti investigative, come riferisce la trasmissione di Antenna 3. Il pugno sferrato dalla vittima e lo sparo di Adriatici, dunque, restano al momento un giallo.
In merito al secondo aspetto legato all’uso di proiettili “da guerra” persino vietati nel nostro Paese sin dal 1992, la difesa di Adriatici è intervenuta. Interpellati da Lombardia Nera i legali hanno dichiarato: “Non condividiamo assolutamente quanto pubblicato su alcuni organi di stampa. I proiettili sono regolarmente stati acquistati in armeria e non ci risulta che il proiettile si sia espanso”. Nel frattempo sono tornati in città anche i Ris di Parma incaricati di compiere nuovi rilievi nell’ambito della perizia balistica disposta dalla procura di Pavia per capire come sia partito il proiettile: si è trattato di un gesto accidentale, come ritenuto dall’assessore, o volontario? I risultati del lavoro degli esperti dovrebbero giungere a fine settembre, mentre Adriatici resta attualmente ai domiciliari, accusato di eccesso colposo di legittima difesa.