Prosegue il confronto sul salario minimo, arriva l’apertura di Maurizio Landini. Il segretario della Cgil ha rotto un tabù, come spiega La Stampa, fissando dei paletti, come la legge sulla rappresentanza. La notizia però c’è: il salario minimo si può fare.
«È un bene che le forze politiche progressiste recuperino la capacità di rappresentanza del mondo del lavoro», ha spiegato Maurizio Landini, invocando una battaglia contro il lavoro povero. Così un dirigente del sindacato: «Con una legge sulla rappresentanza si possono sancire quali sono i contratti validi e quali no e a quel punto, non ce ne saranno 900, ma 200 e devono avere un valore di legge, così si introdurrebbe un minimo salariale, ma anche un minimo di diritti sanciti».
LANDINI: “PRONTI AL SALARIO MINIMO”
Il dialogo sul salario minimo proseguirà e non mancheranno le divisioni, basti pensare alle critiche dei sindacati sulla cifra ipotizzata di 9 euro all’ora, ma le parole di Maurizio Landini sono importanti per aprire uno spiraglio. Ricordiamo che diverse forse politiche si sono già schierate a favore del provvedimento: Enrico Letta ha chiesto l’apertura del confronto in chiave europea, più o meno simile la posizione di Giuseppe Conte.
Come evidenziato da Tg Com 24, anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spiegato che «il salario minimo serve perché la contrattazione da sola non basta più, ma la contrattazione va integrata con lo strumento della rappresentanza. Bisogna trovare il modo per correlarle». I due aspetti vanno però tenuti insieme, altrimenti «il rischio è che passa il salario minimo e contemporaneamente si sfascia il sistema della contrattazione».