La morte di Laura Ziliani, la vigilessa scomparsa in primavera e trovata priva di vita in estate nel Bresciano, si arricchisce di nuovi colpi di scena. Dopo l’arresto di due delle sue figlie, Paola e Silvia, e del fidanzato di quest’ultima, Mirto, il comandante dei carabinieri di Breno, Filiberto Rosano, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni alla trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado”: “Riteniamo che il loro scopo principale potesse essere quello di depistare le indagini, inducendo gli inquirenti a dare impulso a un’attività di ricerca, piuttosto che investigativa”.
La trasmissione targata Mediaset, però, ha effettuato un’ulteriore ricostruzione della vicenda, ricordando come, dopo la scomparsa della donna, i tre accusati avessero contemporaneamente lasciato le vecchie utenze telefoniche, giustificando questo fatto con la presunta vendita dei loro telefoni a un ragazzo di nazionalità marocchina per “bisogno di denaro”. Salvo, poi, tornare sui propri passi e consegnare spontaneamente agli inquirenti i cellulari, magicamente ricomparsi, ma del tutto resettati “per pudore”.
LAURA ZILIANI: MIRTO E LA DOPPIA RELAZIONE
Nelle rispettive deposizioni alle forze dell’ordine, i tre hanno fornito le seguenti giustificazioni circa l’occultamento dei loro dispositivi mobili. Come riportato ancora da “Quarto Grado”, Silvia ha affermato: “Provavo vergogna all’idea che altre persone potessero vedere foto attinenti alle pratiche sessuali con il mio fidanzato Mirto e che si venisse a sapere che mi ero iscritta a un sito di scambisti”. La sorella, Paola, invece, ha spiegato: “Mi vergognavo che altre persone potessero venire a sapere che ho una relazione con il fidanzato di mia sorella”.
Un autentico colpo di scena, che sembrerebbe essere confermato dalle parole di Mirto: “Ammetto di avere una relazione parallela. Ho sempre pensato fosse una cosa illecita”. Oltre a questo triangolo amoroso, da un’intercettazione telefonica di Paola risalente al 7 luglio, si è scoperto che Mirto avrebbe cercato su un canale di crime le modalità “per uccidere la gente… Piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture”. Peraltro, c’è un altro dettaglio che non è sfuggito agli inquirenti: sul cellulare di Laura Ziliani era installata un’app contapassi, che ne ha registrati alcuni in un orario incompatibile con il racconto degli indagati. Infine, è spuntata la testimonianza della signora Rossella, commerciante di Brescia, circa l’annullamento di un ordine di materassi: “Avremmo dovuto fare una fornitura per una delle case di Temù. Il preventivo era stato concordato con Laura e la figlia Silvia e anche nei giorni precedenti non ho sentito particolare tensione nella sua voce, non mi sembrava desse particolari segnali di preoccupazione. Avevano ordinato tra i 6 e gli 8 materassi singoli, poi questo ordine non è andato a buon fine: la madre del fidanzato ha chiamato per dire che erano costretti purtroppo ad annullare tutto a causa di questa situazione legata alla scomparsa di Laura”.