Gli italiani che non sono in regola con i documenti dovranno lasciare a breve il Regno Unito. Ad annunciarlo è stato Kevin Foster, vice ministro dell’Interno con delega all’immigrazione, intervistato stamane dai microfoni del quotidiano Repubblica. Il numero due della ministra Priti Patel, soprannominata “la falca”, ha spiegato: “I cittadini europei che non hanno ottenuto uno status di permesso di soggiorno (riferendosi quindi implicitamente anche ai nostri connazionali ndr) devono iniziare a fare le valigie”.
Quindi ha aggiunto, quasi a scusarsi: “I cittadini britannici ci hanno chiesto così (con la Brexit, ndr), ma farebbe lo stesso il governo italiano verso coloro che non hanno il diritto di rimanere o che hanno commesso reati”. Kevin Foster spera ovviamente che coloro che sanno di essere ormai illegali oltre Manica, se ne vadano di loro spontanea volontà, senza dover ricorrere alle autorità: “Ci aspettiamo che queste persone – ha proseguito l’esponente del governo Boris Johnson – rimaste illegalmente nel Regno Unito, se ne vadano volontariamente. Altrimenti, le forze di sicurezza (Immigration Enforcement) faranno in modo di assicurare la loro partenza”.
“CITTADINI ITALIANI NON IN REGOLA LASCINO LO UK IL PRIMA POSSIBILE. NON SAPPIAMO QUANTI SIANO
Al momento è difficile stabilire quante siano le persone ancora nel Regno Unito illegalmente, tenendo conto che 145mila domande sono state rifiutate, 94.300 ritirate e 84.300 invalide: “Difficile dirlo – replica Foster rispondendo a domanda diretta del collega di Repubblica – questi numeri non raccontano tutta la storia. Per esempio, l’8% delle domande rifiutate si riferisce alla stessa persona. Nel dubbio, noi abbiamo sempre cercato di accettare una domanda, piuttosto di respingerla”.
Poi il vice titolare dell’Interno britannico ha aggiunto e concluso facendo capire che la legge dovrà essere rispettata, ma nel contempo, rispettando anche i diritti della gente: “Continueremo ad avere un approccio pragmatico, sia per i ricorsi sia per quei 108mila che hanno fatto richiesta del Settlement Scheme in ritardo, dopo il 30 giugno, ma con una motivazione valida. In ogni caso, fino al giudizio di appello, tutti i loro diritti sono preservati, è la legge. Stiamo lavorando senza sosta e siamo sempre a disposizione per ogni chiarimento”.