E’ morto per impiccamento Giacomo Sartori, il giovane 29enne scomparso da Milano e rinvenuto sette giorni dopo senza vita. A confermarlo è stata l’autopsia eseguita sul suo cadavere e che ha ribadito la prima ipotesi degli investigatori, che indagano per suicidio. Tuttavia, restano ancora molti dubbi sulla morte del giovane, in particolare rispetto alla dinamica di quanto accaduto quella notte e soprattutto sui motivi che avrebbero spinto l’informatico originario di Belluno a spingersi fino alle campagne del Pavese – dove non aveva contatti – per compiere il drammatico gesto.
I primi accertamenti, come rivela Corriere della Sera, si sono concentrati sugli ultimi movimenti di Giacomo, compiuti a bordo della sua auto aziendale, una Polo: il giovane sarebbe arrivato nella zona dell’agriturismo Cascina Caiella seguendo il tracciato del cellulare aziendale che si trovava nello zaino (insieme a due computer) rubato poche ore prima mentre trascorreva una serata con amici in una enoteca di Milano, a Porta Venezia. Giacomo ha così percorso una trentina di chilometri, senza soldi né documenti, sperando invano di poter rintracciare i ladri. L’ultimo segnale del 29enne colloca il cellulare proprio nella zona di campagna nel Pavese.
Giacomo Sartori, ultima notte prima del suicidio: i dubbi dalle indagini
Avrebbe vagato per una notte intera, Giacomo Sartori, prima di compiere quel gesto ancora inspiegabile. Secondo le ricostruzioni, il giovane sarebbe entrato per due volte nel cortile dell’agriturismo, avrebbe frugato tra gli attrezzi e recuperato una catena. Durante il tentativo di suicidio si sarebbe però spezzata. Avrebbe così recuperato una grossa prolunga da cantiere con la quale si sarebbe tolto la vita impiccandosi ad un albero. La conferma arriva dall’autopsia che ha riscontrato come uniche lesioni quelle presenti attorno al collo e compatibili con il cavo. Nessun segno di colluttazione sul corpo o di violenza. Occorreranno tuttavia ulteriori esami per avere la certezza sull’orario esatto del decesso.
Tra gli altri esami che potrebbero dare delle informazioni interessanti, anche quelli delle impronte sul cellulare lasciato sotto l’albero e sul Dna trovato sotto le unghie. Il giovane non aveva mai dato segnali di depressione. Solo 4 anni fa, dopo essersi lasciato con la fidanzata, si era allontanato dalla famiglia per un paio di ore. Tre mesi fa Giacomo aveva subito il furto di un pc aziendale. Il prossimo giugno sarebbe scaduto il suo contratto a termine anche se i colleghi hanno spiegato agli inquirenti che la sua riconferma non era in discussione. Le conseguenze del secondo furto lo avrebbero agitato al punto tale da spingerlo ad un gesto drammatico? Questo spiegherebbe anche la caccia in piena notte della refurtiva prima del suicidio.