L’Unità antiriciclaggio di Bankitalia avrebbe segnalato alla Guardia di Finanza una serie di operazioni anomale compiute dal manager Lucio Presta in concomitanza con l’inchiesta della procura di Roma che contesta allo stesso Presta, al figlio Niccolò ed a Matteo Renzi il reato di finanziamento illecito. Stando a quanto riferisce Corriere della Sera, quando ha saputo di essere indagato per i soldi versati a Renzi, Presta avrebbe trasferito quote della sua Arcobaleno Tre ad una commercialista che avrebbe movimentato un conto ‘dormiente’ dal 2017. E’ quanto contenuto in una relazione dello scorso agosto di Bankitalia che parla dei passaggi di soldi “animali”.
Il sospetto è che i 700 mila euro versati a Renzi per la realizzazione del documentario su Firenze non fossero legati esclusivamente alla prestazione professionale ma servissero all’acquisto della villa dove attualmente Renzi vive con la sua famiglia. Un’accusa respinta con forza dal senatore di Italia Viva che ha contestato: “È tutto tracciato, non temo niente e nessuno”. Il 31 luglio del 2018, Renzi firma due scritture private con la Arcobaleno Tre per il documentario: entrambe prevedono un compenso da 125 mila euro lordi. Due mesi dopo giungono altri due contratti e successivamente un accordo per la promozione dell’immagine di Renzi in Italia e all’estero. Secondo l’accusa dovrebbe essere il senatore a pagare i Presta per questa attività, ed invece nell’accordo privato una clausola prevede gli “obblighi dell’artista” riconoscendogli 100 mila euro e altri 200mila per due programmi mai realizzati.
Fondi a Renzi, Bankitalia ed i sospetti sui Presta
Gli ispettori di Bankitalia nella loro relazione hanno sottolineato come la società di Lucio Presta, la Arcobaleno Tre, “ha fatto registrare un’improvvisa ripresa dell’operatività tramite il versamento di un cospicuo assegno” verso un conto corrente acceso nel 2016 ma immobilizzato dalla fine del 2017. L’operazione anomala è stata eseguita da una commercialista motivandola con l’intenzione di cambiare banca di riferimento senza alcuna giustificazione. “Non si può fare a meno di notare la coincidenza temporale con le notizie di stampa che vedono Presta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni per aver elargito a Matteo Renzi una somma rilevante per il tramite della società stessa”, scrive Bankitalia.
In riferimento ai soldi, poi, gli ispettori – come prosegue il Corriere della Sera – scrivono: “Il 5 luglio 2021 è stato versato un assegno di 850mila euro tratto dalla ‘Arcobaleno Tre’ e appena una settimana dopo, il 12 luglio, parte della somma è stata trasferita alla banca di partenza tramite bonifico di 250mila euro con causale ‘giroconto‘”. Nella segnalazione si segnala come poco prima delle notizie di cronaca sull’indagine in corso la maggioranza delle quote di Arcobaleno Tre “è passata a Laura Aguzzi e Marco Contessi con relativo ridimensionamento della percentuale in capo ai figli di Paola Perego e di Presta”. Lucio e Niccolò Presta, scrive ancora il Corriere, sono indagati anche per false fatturazioni.