Spranghe e coltelli impugnati contro le persone che erano presenti negli spazi del centro sociale Macao, presso la palazzina Liberty dell’ex Macello di Milano: così un gruppo di magrebini ha tenuto tutti sotto scacco nelle scorse ore, costringendo il collettivo ad evacuare i suoi 60 ospiti (era in corso una mostra sull’antirazzismo) e a richiedere l’intervento della polizia, mentre gli invasori si barricavano dentro la struttura. Una scena surreale e pregna di terrore, al termine della quale, per fortuna, non si sono registrati feriti e nessuna persona è stata identificata, dal momento che i nordafricani si sono dileguati prima dell’arrivo delle volanti.
A ricostruire l’accaduto è il quotidiano “Il Giorno”, che spiega come le palazzine che circondano Macao siano oggi occupate da intere famiglie di migranti. Quei locali hanno dato rifugio a uomini e donne senza dimora, lavoratori che non possono permettersi un affitto, ma anche a spacciatori e frange violente. “Lo spiegano – si legge sul giornale – i cittadini del quartiere e alcuni referenti di Macao, da tempo attivi per fornire assistenza ai loro vicini. Loro stessi raccontano di essersi trovati a soccorrere negli ultimi mesi persone sul marciapiede, anche donne, vittime di violenze”.
SPRANGHE E COLTELLI: PAURA NEL CENTRO SOCIALE DI MILANO
Gli spazi fra Macao e le altre strutture sono enormi, comunicanti, tanto che il centro sociale di Milano aveva già subìto furti notturni e il mese scorso erano spariti strumenti e macchinari utilizzati nella falegnameria per la formazione dei migranti. Fino all’episodio di giovedì sera, quando un uomo magrebino, conosciuto dai referenti di Macao, ha iniziato a comportarsi in maniera molesta e, dopo essere stato allontanato, è tornato alla carica con cinque connazionali.
“Hanno rovesciato tavoli e lanciato bottiglie – si legge su ‘Il Giorno’ –. Brandivano spranghe e coltelli. La gente era terrorizzata. Abbiamo fatto uscire tutti gli ospiti. Nel frattempo, i responsabili dell’attacco si barricavano dentro, mentre alcuni dei nostri erano rimasti chiusi in altre stanze”. Quando alle 22 la polizia è entrata nella polizia, gli intrusi non c’erano più e alle 2 è seguito un altro tentativo di disturbo, finito nel nulla. I motivi? Ignoti.