In una lunga intervista a Il Corriere, Francesca Neri parla della malattia che le ha cambiato la vita, la cistite interstiziale, di cui parla anche nel suo libro Come carne viva. “È durata tre anni la fase acuta, non ne sono fuori, non si guarisce: – chiarisce subito l’attrice, moglie di Claudio Amendola – impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante.”
Racconta, allora, di un periodo davvero difficile, in cui è rimasta chiusa nella sua camera: “È stato impossibile. Volevo essere lasciata sola. Dovevo proteggere Claudio e Rocco, mio figlio, altrimenti non ce l’avrei fatta nemmeno io, che sono il capofamiglia che si occupa di tutto.” ha ammesso la Neri. “Di fatto sono stata via per tre anni, però c’ero, ero lì in casa con loro, ed è la cosa più terribile.” ha ancora aggiunto.
Francesca Neri e la malattia: “Ho accarezzato l’idea del suicidio”
Proprio a causa della sua malattia, Francesca Neri rivela di aver fatto pensieri molto oscuri: “Ho accarezzato l’idea del suicidio. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri.” Al suo fianco c’è sempre stato suo marito Claudio Amendola: “Claudio è il mio opposto, eppure eccoci ancora qui, sono stata sedotta dalla sua parte femminile nascosta. – e ha concluso svelando quanto la loro relazione sia stata per lei un forte aiuto anche in questo periodo difficile – Stiamo insieme da venticinque anni, se non avessi avuto questa complicità e quest’affetto non ce l’avrei fatta.”