Bobo e Stefania Craxi sono i figli di Bettino Craxi nati dal matrimonio con Anna Maria Moncini. Non è stato facile per i due figli dell’ex Segretario del Partito Socialista vivere l’esilio del padre ad Hammamet. Nonostante tutto però i figli hanno un ricordo bellissimo di papà Bettino come ha raccontato recentemente la figlia Stefania a Domenica In da Mara Venier. “È stato un padre grandissimo, nel modo più grande in cui i padri possano esserlo, con l’esempio” – ha detto visibilmente emozionata Stefania Craxi ricordando l’amato padre. “E’ stato un padre molto difficile, era difficile il suo ruolo, era difficile perché aveva un tratto di durezza caratteriale, che hanno descritto erroneamente come arroganza, che in realtà nascondeva una enorme timidezza, un timore dei sentimenti e degli abissi di tenerezza. So che è strano a dirsi – precisa la figlia di Bettino Craxi – ma mi ricordo, da bambina, degli episodi in cui si trasformava”.
Stefania Craxi ha poi commentato il film Hammamet precisando: “la verità solitamente è più dura della fantasia, ma un po’ di quella tragedia Amelio ha saputo riportarla, mi auguro che questo film riesca a far riflettere. Io ritengo che questo Paese abbia cercato per molti anni di rimuovere questa grande tragedia repubblicana, quindi rompere l’oblio è una buona cosa. Poi, però, bisogna riflettere su cosa è successo in quegli anni”.
Bettino Craxi figli: Bobo: “ho vissuto il suo esilio da vicino”
Bobo Craxi è il secondo figlio di Bettino Craxi, fratello di Stefania Craxi. Intervistato dal Corriere della Sera, Vittorio Michele Craxi, detto Bobo ha raccontato: “l’esilio è stato un dramma da cui non ci siamo mai più ripresi. Una storia che io ho vissuto da vicino. Per me e Scilla, mia moglie, stare tre anni consecutivi in esilio non fu proprio toccare il cielo con un dito. Fu una grandissima sofferenza. D’altronde, non potevo andare da nessuna parte. A un certo punto, lui sceglie la Tunisia e mi dice: vieni con me, che cavolo fai a Milano?”.
Parlando proprio dell’esilio nella villa di Hammamet ha ricordato: “il mio primo ricordo è da bambino: capii subito che sarebbe stato un luogo dove un giorno sarei vissuto anche d’inverno. Probabilmente, un presagio. Fui il primo della famiglia ad abitarci, ancora non era finita. Paradossalmente, è dove sono stato di più con mio padre: di lui a Milano, ricordo poco”. Li in quella villa però ha ritrovato il papà Bettino: “parlavamo di politica da quando avevo dieci anni. Non mi sono mai posto nemmeno il problema dell’emulazione, perché l’unico figlio d’arte che conosco superiore al padre è Paolo Maldini: la mia carrierina politica mi ha dato comunque soddisfazioni insperate. Insomma, non sono stato un figlio ribelle. Però critico, questo sì”.