Il suo volto entra ogni giorno nella case degli italiani con uno stratagemma sempre diverso, ma sempre efficace. Nessuno sa come si chiama, eppure almeno una volta nella vita gli occhi di Niki Giusino sono stati inquadrati dai telegiornali dei canali principali, entrando di diritto nella routine politica. Il giovane si è raccontato alla trasmissione Buoni o Cattivi in onda su Italia1, svelando tanti aspetti della sua vita che molti non conoscono. Il presenzialista televisivo 26enne sa sempre dove andare grazie a messaggi o soffiate, ma nella vita per sopravvivere fa ben altro: “Per vivere faccio l’umile lavoro dell’operaio, se si può dire, il rider che fa consegne“.
“Sono come un falco, punto le telecamere e una volta che le ho viste parto. Dire che sono Niki Giusino a molti fa venire domande, ma di certo la mia faccia l’avrete vista migliaia di volte” ha ammesso. Giusino, classe 1995, sa sempre dove farsi trovare in diretta o in occasione di servizi del tg, col suo volto inquadrato alle spalle dei politici e degli inviati: “Questa faccia è messa in tv tutti i santi giorni, dal 2010 ad oggi ho collezionato più di 20.000 apparizioni televisive non organizzate. Arrivo sul posto prima dei giornalisti, sono stato ai più grandi processi degli ultimi anni“.
Niki Giusino: “L’inquadratura è la mia droga”
Nel corso del servizio dedicatogli a Buoni o Cattivi, in onda su Italia1, Niki Giusino si è paragonato ad un tossico in cerca della sua dose quotidiana: “Vado in televisione perché mi piace. Come al tossico manca la dose di droga a me manca la mia dose d’inquadratura. Non mi sento famoso, lo sono perché le persone mi riconoscono e non immaginavo mai di entrare in tv da abusivo. Ma questa è fama autocoltivata. Vado dove va il puntino rosso della diretta, la mattina quando mi alzo mi arriva il messaggio dell’agenda politica di ogni giorno e ricevo soffiate sulle manifestazioni“.
Il 26enne, che nella vita fa il rider in giro per le strade di Roma, sa con quali giornalisti può tirare la corda e con chi invece non troverà niente di succulento: “Vado a vedere cosa c’è di buono, il mio è un vero e proprio stalking. C’è lo stalker aggressivo e quello gentile come me. Mi avvicino tranquillo, se vedo che il giornalista è nevrotico capisco che fa al caso mio. C’è chi mi ama e chi mi odia, fa parte del gioco. Il successo lo dà anche chi ci odia“.